Tutelare l’ambiente, si sa, è ormai divenuta una priorità a cui nessuno può sottrarsi.
Gli evidenti cambiamenti climatici a cui si sta assistendo negli ultimi tempi sono un campanello d’allarme non sottovalutabile, e non è per caso se l’Unione Europea sta introducendo delle leggi molto stringenti in quest’ottica, si pensi ad esempio alla Direttiva “Case Green”.
Anche le imprese italiane, dunque, sono chiamate ad intraprendere delle azioni virtuose in questo senso, ma la necessità di innovarsi e di rivedere i propri processi in chiave ambientale è un’esigenza che va al di là degli obblighi.
Tantissime aziende che hanno scelto di intraprendere percorsi di questo tipo, anche avvalendosi del supporto di società specializzate come tecno-group.eu, ne hanno tratto giovamento sotto molteplici punti di vista: in termini di efficienza, di risparmio energetico, di immagine, solo per fare alcuni esempi, di conseguenza è corretto affermare che una visione di questo tipo possa rivelarsi assolutamente strategica.
Ma quali sono le iniziative di tutela ambientale più diffuse tra le aziende italiane?
È possibile rispondere con precisione a questa domanda facendo riferimento ai dati pubblicati da ISTAT, il noto istituto statistico nazionale, in un report dedicato appunto alle pratiche sostenibili delle imprese italiane.
ISTAT effettua una distinzione tra imprese manifatturiere ed imprese dei servizi, andiamo dunque a scoprire le statistiche dell’una e dell’altra categoria, ricordando che i dati in questione sono stati rilevati nel 2023 e fanno riferimento, considerando dunque anche le stime future, al lasso temporale compreso tra il 2023 e il 2025.
I dati delle imprese manifatturiere
Per quanto riguarda le imprese manifatturiere c’è da sottolineare anzitutto che nel triennio indicato ben il 64,5% di esse avrà intrapreso almeno un’azione di tutela ambientale.
Al primo posto di questa speciale classifica troviamo l’utilizzo delle energie da fonti rinnovabili, che riguarderà il 44,2% delle imprese, seguono il miglioramento dell’efficienza energetica con il 28,9%, la riduzione o il riciclo dell’acqua con il 19% e la riduzione degli imballaggi con il 15,8%.
Il compimento di tali azioni risulta essere direttamente proporzionale alle dimensioni dell’azienda; è emblematico, da questo punto di vista, il fatto che tra le grandi aziende la percentuale di effettuazione di azioni di tutela ambientale supererà l’80%, a fronte, come detto, di una media complessiva del 64,5%.
I dati delle imprese dei servizi
Tra le imprese dei servizi, la percentuale di aziende che intraprenderà, nel lasso temporale 2023-2025, almeno un’azione di tutela ambientale risulta essere inferiore rispetto alla percentuale delle imprese manifatturiere, attestandosi a quota 52,5%.
Nell’analizzare questo dato, tuttavia, bisogna considerare che questo tipo di imprese potrebbero generalmente a contraddistinguersi per un impatto ambientale inferiore, di conseguenza l’esigenza di intraprendere percorsi di questo tipo potrebbe essere, in diversi casi, meno impellente.
Anche in questa categoria, l’azione maggiormente diffusa risulta essere l’aumento dell’uso di energia proveniente da fonti rinnovabili, con una percentuale del 34,6%, seguono l’aumento dell’efficienza energetica con il 29,6%, la riduzione dell’uso di energia proveniente da fonti fossili con il 26% e il risparmio sul trasporto di prodotti con il 24,8%.
Si conferma anche tra le imprese dei servizi la maggior tendenza ad intraprendere azioni di questo tipo da parte delle aziende di grandi dimensioni, anzi il divario risulta essere ancora più marcato.
Da un lato, infatti, la percentuale di grandi aziende che si renderanno protagoniste di azioni simili nel triennio indicato supererà l’85%, dall’altro quella delle realtà più piccole (ovvero quelle con un numero di dipendenti pari o inferiore a 999) non raggiungerà il 40%.