Non cambiano le regole per le pensioni. L’Inps ha precisato che fino al 2022 si potrà lasciare il lavoro a 67 anni.
ROMA – I requisiti minimi per le pensioni di vecchiaia rimangono immutati fino al 2022. L’Inps, in una circolare, ha precisato che non ci sono variazioni rispetto agli incrementi della speranza di vita.
La circolare dell’Inps
L’istituto diretto da Pasquale Tridico ha emesso una circolare nella quale ha spiegato quanto previsto nel decreto 5 dicembre 2019 dei ministeri dell’Economia e del Lavoro e aggiungendo che un adeguamento è atteso per il 2023. Si potrà andare in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi (41 e 10 mesi per le donne) con una decorrenza di tre mesi fino al 31 dicembre 2026.
Età delle pensioni
I soggetti per i quali continuano a trovare applicazione le disposizioni in materia di requisiti per il diritto a pensione con il sistema delle cosiddette quote (i salvaguardati rispetto alla legge Fornero), possono conseguire il diritto ove in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e di un’età anagrafica minima di 62 anni, fermo restando il raggiungimento di quota 98, se lavoratori dipendenti pubblici e privati, ovvero di un’età anagrafica minima di 63 anni, fermo restando il raggiungimento di quota 99, se lavoratori autonomi iscritti all’Inps.
Pensioni, categorie particolari
Per il personale appartenente al comparto difesa, sicurezza e vigili del fuoco per il biennio 2021/2022 i requisiti anagrafici e, qualora l’accesso al pensionamento avvenga a prescindere dall’età, quello contributivo previsto per il trattamento pensionistico “non sono ulteriormente incrementati”. Restano stabili anche i requisiti per i lavoratori dello spettacolo con quelli del corpo di ballo che raggiungono il diritto alla pensione di vecchiaia a 47 anni, i cantanti a 62 (un anno in meno per le donne ancora nel 2021) e gli attori a 65 (un anno in meno per le donne almeno nel 2021) . Per gli sportivi il collocamento a riposo resta a 54 anni (53 per le donne solo nel 2021).