Un dibattito cruciale che getta un’ombra sulla possibile approvazione della legge sull’intelligenza artificiale entro il 6 dicembre.
L’Unione Europea si trova di fronte a una possibile battuta d’arresto nella sua ricerca di regolamentare l’intelligenza artificiale, con la prima legge europea a riguardo. L’Italia, la Germania e la Francia si uniscono per esprimere preoccupazioni e opposizione al testo di compromesso proposto dalla Commissione europea.
Intelligenza artificiale: la preoccupazione dei tre Paesi
La proposta di regolamento, presentata dall’esecutivo europeo nell’aprile 2021, mira a fornire un quadro legale per l’intelligenza artificiale nell’UE. Tuttavia, i governi di Germania, Francia e Italia sollevano dubbi sulla rigidità del testo, temendo che possa frenare lo sviluppo delle imprese di casa, soprattutto quelle che lavorano con modelli avanzati di IA, come ChatGpt.
In un documento congiunto, i tre Paesi esprimono la loro preferenza per forme di autoregolamentazione, sottolineando che un reticolo normativo troppo stringente potrebbe mettere a rischio la competitività delle imprese europee. La proposta è quella di impegni volontari e codici di condotta al posto di regole obbligatorie.
Le differenze di approccio
Il Parlamento europeo e la Commissione sostengono regole rigide di trasparenza, soprattutto per i sistemi considerati ad alto rischio, come ChatGpt. Tuttavia, la Germania, la Francia e l’Italia sottolineano che una regolamentazione severa potrebbe scoraggiare gli investimenti e bloccare l’innovazione.
D’altra parte, però, il Parlamento europeo ha già espresso il suo sostegno a regole più rigide e a requisiti di trasparenza obbligatori per l’intelligenza artificiale generativa. Queste norme mirano a garantire la chiarezza sui “modelli di base”, l’infrastruttura di base da cui si originano i sistemi di IA avanzati.
I ministri dell’Economia di Germania e Francia, insieme al ministro italiano delle Imprese, hanno evidenziato la necessità di non spaventare i big tecnologici, per stimolare gli investimenti. Tuttavia, questa strategia potrebbe favorire i più grandi a discapito dei più piccoli. La disputa in corso mette a rischio la possibile approvazione della legge sull’IA entro il 6 dicembre.