Come i gol subiti nei minuti finali hanno compromesso la corsa scudetto dell’Inter: un’analisi dettagliata degli episodi chiave.
Il campionato di Serie A 2024/25 ha visto l’Inter tra le protagoniste assolute. Guidati da Simone Inzaghi, i nerazzurri hanno mostrato qualità, profondità e una forte identità tattica. La rosa ampia ha permesso alla squadra di affrontare con continuità sia il campionato che le competizioni europee, restando in corsa per lo scudetto fino all’ultima giornata.

Una stagione dominata, ma non basta
Tuttavia, la stagione si è rivelata piena di insidie. Il Napoli, rinvigorito dal ritorno di Antonio Conte in panchina, ha condotto una marcia quasi impeccabile, sfruttando al massimo la continuità di rendimento e un calendario meno affollato. Una corsa punto a punto, che si è decisa all’ultimo respiro del campionato.
In un contesto tanto equilibrato, ogni minimo dettaglio ha fatto la differenza. Ed è proprio nei dettagli che si annida il grande rimpianto dell’Inter.
Gli ultimi 15 minuti: il tallone d’Achille nerazzurro
Nel corso della stagione, l’Inter ha lasciato per strada numerosi punti negli ultimi 15 minuti delle partite. Si tratta di un totale di 11 punti, che, se sommati agli 81 finali, avrebbero portato i nerazzurri a quota 92, superando gli 82 del Napoli.
Episodi simbolici non mancano:
- Alla prima giornata, contro il Genoa, Messias trova il pari al 95′, dopo un fallo di mano ingenuo.
- Alla penultima, con lo scudetto a un passo, Pedro gela San Siro al 90′, negando il sorpasso decisivo.
- In mezzo, tanti altri episodi: il gol di Gabbia nel derby al 89’, il 4-4 subito dalla Juve all’82’, la rovesciata di Orsolini nel finale a Bologna.
Questi momenti non sono semplici episodi isolati, ma segnali di un limite strutturale: la difficoltà della squadra a gestire il vantaggio nei minuti finali. Un aspetto che ha condizionato pesantemente la classifica finale.
Il verdetto è amarissimo: Napoli campione con 82 punti, Inter seconda a 81. Una sola lunghezza, un punto che pesa come un macigno. E che, a ben vedere, affonda le radici in quelle disattenzioni finali, in quei gol subiti oltre il 75′, che hanno trasformato vittorie in pareggi e pareggi in sconfitte. Un campionato dominato per lunghi tratti, ma sfuggito nel modo più crudele: all’ultimo quarto d’ora.