L’ex presidente dell’Inter, Ernesto Pellegrini riflette sul passato e sul presente del club nerazzurro oltre che del futuro.
Ernesto Pellegrini, ex presidente dell’Inter e membro dell’Hall of Fame del Calcio Italiano, si è confidato con la Figc riguardo al suo rapporto con Massimo Moratti e la sua visione del calcio moderno. Con nostalgia, Pellegrini ricorda l’epoca in cui i presidenti erano anche tifosi appassionati e sottolinea come oggi il calcio sia più un affare che una questione di cuore. Tuttavia, nutre la speranza che, in futuro, possa tornare la figura del “presidente-tifoso”.
Pellegrini ammette di essere parziale riguardo all’Inter dello Scudetto dei Record, ma sostiene che quella squadra avrebbe meritato anche il titolo del ’90/’91. L’ex presidente rievoca con amarezza alcune decisioni arbitrali controverse di quell’epoca, prima dell’introduzione del VAR.
Tra i tanti grandi nomi portati all’Inter, Pellegrini ricorda con affetto Karl-Heinz Rummenigge, un giocatore che lo ha segnato in modo particolare. L’ex presidente rivela inoltre la sua predilezione per i calciatori tedeschi, considerati seri e campioni veri.
Sammer e Bierhoff: occasioni mancate?
Pellegrini si sofferma su alcuni casi particolari, come quello di Matthias Sammer, che non riuscì a emergere all’Inter e quello di Oliver Bierhoff, che fu girato all’Ascoli prima di dimostrare il suo talento.
L’ex presidente svela la sua ammirazione per Nicolo Barella e Lautaro Martinez, due giocatori che avrebbe voluto nella sua Inter. Barella viene paragonato a un piccolo Lothar Matthäus, mentre Lautaro viene elogiato per la sua serietà e il suo talento.
Infine, Pellegrini esprime le sue considerazioni sul prossimo derby, ammettendo di non essere scaramantico e apprezzando il talento del milanista Rafael Leao. Nonostante non potrà essere presente all’andata, l’ex presidente assicura che sarà in tribuna per il ritorno.