Alla vigilia del derby, Biasin disegna un ritratto di Inzaghi, l’allenatore dell’Inter che può scrivere la storia o precipitare nell’oblio.
Nel mondo del calcio, i giudizi possono cambiare in un batter d’occhio. L’allenatore dell’Inter, Simone Inzaghi ne è un esempio emblematico, come sottolinea Fabrizio Biasin nel suo editoriale per Sportitalia, in vista del derby di Champions League.
Inzaghi, bersagliato di critiche per gran parte della stagione 22-23, ha dimostrato di avere denti ben affilati, pronti a mordere. In pochi mesi, l’uomo più criticato dell’anno, più di Allegri, ha riscritto la propria narrazione, passando da capro espiatorio a potenziale eroe.
La strategia di Inzaghi
Nonostante le difficoltà, l’Inter è arrivata all’importante appuntamento in uno stato di forma invidiabile, sia fisicamente che mentalmente. Una condizione eccellente che Biasin attribuisce non solo alla squadra, ma soprattutto al lavoro di Inzaghi e del suo staff. Nonostante un calendario fittissimo, con nove partite giocate nel solo mese di aprile, e un’età media tra le più elevate d’Europa, l’Inter ha saputo rispondere presente.
La vera arma vincente di Inzaghi, secondo Biasin, è stata la sua capacità di gestire la rosa. Il tecnico ha saputo convincere i suoi giocatori che un turnover regolare avrebbe portato benefici sia individuali che collettivi. Una strategia coraggiosa, ma che ha pagato.
Tuttavia, per quanto l’Inter parta con un vantaggio, non si può mai dare per scontata una qualificazione in Champions League. Anche questo è un aspetto che Inzaghi dovrà gestire: il successo è lì, a portata di mano, ma un singolo passo falso potrebbe trasformarlo in un inferno. Perché, come ricorda Biasin, nel calcio i giudizi possono cambiare molto rapidamente.
