Come l’arbitro Doveri ha sbagliato durante Inter-Milan: mancato recupero ed espulsione di Inzaghi, secondo i vertici arbitrali.
Inter–Milan non finisce mai: nel calcio, la gestione del tempo di gioco rappresenta uno degli aspetti più delicati per ogni arbitro. Durante una partita, soprattutto nelle fasi finali, il recupero concesso può cambiare l’andamento di un incontro e incidere sul risultato finale. È compito del direttore di gara assicurarsi che ogni minuto perso venga contabilizzato, indipendentemente dal contesto o dalle pressioni esterne.
Quando le tensioni si alzano, come accade spesso nelle fasi decisive di competizioni importanti, la lucidità dell’arbitro è fondamentale per mantenere l’ordine in campo. Ogni episodio viene valutato alla luce del regolamento internazionale, che stabilisce criteri chiari per la gestione del recupero e per i comportamenti consentiti da parte dei tecnici.

L’episodio nella semifinale di Coppa Italia
Durante la semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Inter e Milan, si è verificata una situazione particolare che ha sollevato numerose polemiche. Nel finale di gara, il tecnico nerazzurro Simone Inzaghi si è rivolto al quarto uomo, Aureliano, chiedendo in modo plateale di non concedere il recupero. Le immagini televisive hanno registrato il tecnico mentre esclamava: “Non voglio recupero, non mi prendere per il c…”. Una scena che ha subito attirato l’attenzione degli addetti ai lavori e degli appassionati.
Le regole parlano chiaro: Doveri ha sbagliato
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera e filtrato dai vertici arbitrali, l’arbitro Daniele Doveri avrebbe dovuto applicare rigorosamente il regolamento. Il recupero va sempre dato, come stabilito dal punto 3 della regola 7 del gioco del calcio, che obbliga a recuperare il tempo perso per sostituzioni, infortuni, provvedimenti disciplinari, controlli VAR e altre interruzioni. Inoltre, il comportamento di Simone Inzaghi avrebbe dovuto essere sanzionato con l’espulsione immediata per proteste plateali nei confronti del quarto uomo. Un doppio errore, dunque, che secondo i vertici arbitrali ha inciso sulla regolarità della gestione finale del match.