Inter: sfuriata di Marotta contro la decisione del governo

Inter: sfuriata di Marotta contro la decisione del governo

Inter, il dirigente, Beppe Marotta critica l’abolizione del Decreto: Impatto negativo su Serie A e calcio italiano.

Il mondo del calcio italiano si trova di fronte a un cambiamento significativo con l’abolizione del Decreto Crescita. Beppe Marotta, Amministratore Delegato dell’Inter, ha espresso forte preoccupazione riguardo alla mancata proroga del decreto. Intervenendo su TG1 e Sky, Marotta ha sottolineato come il Decreto Crescita abbia avuto un ruolo cruciale nel migliorare la competitività del calcio italiano a livello mondiale ed europeo, grazie alle agevolazioni fiscali offerte ai giocatori e agli allenatori di spicco, come José Mourinho.

L’abolizione del decreto, secondo Marotta, rappresenta un grave passo indietro per il calcio nazionale. Non solo ha evidenziato il rischio di un impoverimento del livello tecnico del campionato di Serie A, ma ha anche messo in luce come questo possa influenzare negativamente le entrate fiscali per lo Stato. Con l’assenza di giocatori di alto calibro, il campionato italiano rischia di diventare meno attraente sia per gli spettatori sia per i broadcaster televisivi, riducendo così gli introiti.

Marotta

Impatto a lungo termine e mancati vantaggi per i giovani italiani

L’AD dell’Inter ha poi affrontato un altro aspetto cruciale: il futuro del calcio italiano a livello giovanile. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Marotta ritiene che la mancata proroga del Decreto Crescita non porterà vantaggi ai giovani talenti italiani. Sostenendo che l’arrivo di giocatori stranieri di alto livello non ha mai rappresentato un ostacolo, ma piuttosto un’opportunità di crescita per i giovani italiani, Marotta ha evidenziato come la loro presenza abbia contribuito alla crescita tecnica e tattica dei talenti nazionali.

L’abolizione del Decreto Crescita, che entrerà in vigore alla mezzanotte del nuovo anno, segna quindi un momento di incertezza per il calcio italiano. La sfida ora per le squadre italiane sarà quella di trovare nuove strategie per rimanere competitive a livello europeo, soprattutto in vista del primo Mondiale per club a 32 squadre. Marotta chiude le sue dichiarazioni sottolineando la necessità di trovare soluzioni alternative per sostenere il calcio italiano, ora privo di uno strumento che ha sostenuto il suo sviluppo negli ultimi anni.