Clamoroso: intercettazioni scomparse nel processo della Strage di Erba

Clamoroso: intercettazioni scomparse nel processo della Strage di Erba

Il mistero delle intercettazioni scomparse nel processo sulla Strage di Erba. Un’analisi delle connessioni tra il caso.

Il processo sulla Strage di Erba, che ha coinvolto Olindo Romano e Rosa Bazzi, è noto per le numerose intercettazioni scomparse. Queste intercettazioni avrebbero potuto gettare nuova luce su uno dei casi più complessi della cronaca italiana. Recentemente, nel podcast YouTube “Il Grande Abbaglio,” si è tornati a discutere delle registrazioni mancanti, coinvolgendo anche il testimone sopravvissuto Mario Frigerio. Come riportato da ilgiornale.it

Le intercettazioni mancanti: un enigma inquietante

Perché mancano tante intercettazioni? Le microspie, strumenti sensibili che registrano ogni piccolo rumore, dovrebbero aver catturato conversazioni cruciali. Tuttavia, molte registrazioni non sono state presentate agli atti del processo. È come se Olindo e Rosa non fossero mai stati nella loro abitazione durante i periodi chiave o come se Frigerio non fosse stato in ospedale.

Le intercettazioni erano state eseguite con apparecchiature della Sio di Cantù, ma furono consegnate alla difesa da una società diversa, la Waylog. Quest’ultima era in parte controllata dalla Fenefin, una fiduciaria svizzera che celava l’identità dei suoi proprietari. Questo solleva interrogativi sulla trasparenza del processo e sull’affidabilità delle prove. Come riferito da ilgiornale.it

La connessione con Giuliano Tavaroli e i “spioni di Telecom”

Il caso si complica ulteriormente con la figura dell’ex capo della sicurezza di Telecom. Egli era al centro del caso degli spioni di Telecom, una rete di sorveglianza clandestina che aveva infiltrato diverse comunicazioni. Esso avrebbe utilizzato società come la Fenefin per operazioni di hacking, complicando la trasparenza delle intercettazioni. Come riportato da ilgiornale.it

L’Anticorruzione ha sottolineato che una procura non può affidarsi a società coperte da fiduciari senza una specifica autorizzazione ministeriale. Tuttavia, questo non sembra essere stato rispettato nel caso della Waylog. Chi c’è realmente dietro la Fenefin e perché le intercettazioni cruciali sono scomparse? Questo mistero alimenta i dubbi sulla correttezza del processo.

Secondo il sostituto procuratore generale di Milano, che ha richiesto la revisione del processo, ci potrebbe essere un’ombra di magistrati dietro la Waylog. Anche se le accuse sono gravi, non si possono confermare a causa delle leggi svizzere sulla privacy. Tuttavia, rimane il fatto che la mancanza di trasparenza e la scomparsa delle intercettazioni gettano un’ombra sul caso, alimentando sospetti e richiedendo ulteriori indagini.

Le coincidenze e le mancanze sollevano preoccupazioni su come sia stato gestito uno dei processi più importanti della storia recente italiana. La verità sulle intercettazioni scomparse potrebbe rivelare nuovi aspetti del caso, richiedendo un approfondimento delle indagini e un riesame delle prove.