Coronavirus, Bonaccini: “Se i numeri aumentano pronti a nuove restrizioni”

Coronavirus, Bonaccini: “Se i numeri aumentano pronti a nuove restrizioni”

Bonaccini a ‘Radio 24’: “Dobbiamo stare molto attenti a non tornare indietro”.

ROMA – In un’intervista ai microfoni di Radio 24 il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, non ha chiuso a misure più restrittive: “Se il contagio aumenterà e troveremo situazioni più preoccupanti si dovrà essere pronti a provvedimenti più duri. Tutto dipende dai comportamenti che ognuno di noi adotta e dai controlli messi in campo“.

Il presidente della Conferenza delle Regioni ha rassicurato sul rapporto con il Governo: “Saremo tutti responsabili, come abbiamo fatto nella prima fase, quella più drammatica. Dobbiamo fare di tutto perché non ritorni, non vedo questi rischi“.

Bonaccini: “Non possiamo permetterci un nuovo lockdown”

Il presidente dell’Emilia Romagna ha ribadito la necessità di prestare la massima attenzione per non fare un passo indietro. “Non possiamo permetterci un nuovo lockdown. Con i se e con i ma si riempiono le trasmissioni e giornali, ma non si risolvono i problemi. Di fronte a eventuali ricadute o meno si discuterà“, le parole di Bonaccini riportate dall’Ansa.

Lo scontro con Ricciardi

Bonaccini ha risposto anche alle parole di Walter Ricciardi, che ha criticato duramente il comportamento delle Regioni durante la pandemia: “Penso che qualche parole sia stata utilizzata fuori luogo. Non ha competenze istituzionali“.

Ricciardi: “Le Regioni si sono addormentate”

Se non rinforziamo l’attività di testing con uomini e tamponi – le parole del consigliere di Speranza – se non attrezziamo i servizi sanitari in vista dell’influenza siamo nei guai […]. Molte regioni si sono addormentate e si è fatto poco o nulla“.

Walter Ricciardi esclude l’ipotesi di un lockdown nazionale: “I numeri ci dicono che siamo in una fase di contenimento. Rispettando le regole possiamo invertire il trend. Altrimenti saremo costretti a passare alla fase di mitigazione con chiusure a livello locale. E dobbiamo assolutamente evitarlo. Ristoranti? Il problema non sono gli orari. Non si rispettano le regole che ci sono già“.