Intervista esclusiva all'Onorevole Centemero.
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Direttore: Alessandro Plateroti

La regolamentazione dell’intelligenza artificiale non deve diventare nuova burocrazia per le imprese

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Intervista esclusiva all’Onorevole Centemero.

L’Onorevole Centemero, grande conoscitore della finanza e dell’intelligenza artificiale, ha scritto un post di grande impatto su Instagram sull’AI ACT ovvero sull’argomento del regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale che sta concludendo il suo cammino legislativo.
Il post dell’Onorevole su Instagram presenta un titolo decisamente interessante e controcorrente “AI act, si creerà probabilmente ulteriore burocrazia per le imprese “.


Vista l’esperienza e il contributo che il Deputato Centemero sta dando in ambito innovazione finanziaria e che ha espresso un pensiero così forte sulla regolazione europea dell’Intelligenza artificiale, abbiamo voluto sottoporgli una decina di domande relative a questo tema che toccherà sempre di più le vite di ciascuno di noi.

Onorevole Centemero, ci può spiegare perché ritiene che l’AI ACT possa rivelarsi “ una zappa sui piedi” creando ulteriore burocrazia?

Il mio timore è che l’approccio utilizzato e basato sulla gestione dei rischi sia molto limitante per le imprese europee. Nel Nord America, in India o in Cina ancora non esistono norme paragonabili al AI Act, e questo fornisce uno spazio competitivo più ampio alle imprese operanti in quelle geografie. Inoltre laddove si tratta di risk management generalmente vi sono degli adempimenti e il mio timore è che questi ricadano sulle imprese.

Intelligenza Artificiale
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Quali sono gli aspetti che la convincono meno dell’AI act?

La governance delineata mi pare interessante, soprattutto la creazione di sandbox regolamentari. L’aspetto che mi convince meno, come dicevo poc’anzi, è l’approccio basato sul risk management anziché sulla competitività.

Come potrebbe essere posto rimedio nell’AI act da parte dell’Italia e della UE per scongiurare che la regolamentazione possa essere l’ostacolo all’innovazione? Vede in merito, in altri Paesi , delle “buone pratiche” da imitare?

Credo che l’AI Act debba entrare periodicamente in un sandbox regolamentare comunitario per essere aggiornata. Lo so, è difficile in un Paese e in un’Europa di civil law, ma è necessario aggiornare la norma al passo con la tecnologia.

Come vede la proposta di Meloni di un g7 dell’intelligenza artificiale a Trento (di cui abbiamo parlato su newsmondo qui )

Sicuramente in maniera positiva. A mio avviso dovremmo osare anche di più e riproporre una “Bretton Woods” che parta proprio dall’innovazione.

Da parlamentare come pensa si stanno muovendo l’Italia ed UE rispetto alle altre nazioni pioniere dell’intelligenza artificiale come Stati Uniti ma anche India e Cina?

L’Italia nello scacchiere globale è Davide contro Golia. Il nostro vantaggio competitivo può basarsi solo sulla rapidità di esecuzione. Ecco che i sandbox regolamentari diventano fondamentali per trattenere le nostre aziende e attrarne di nuove. Per questo è errato definire un “Risk Appetite Framework” stringente come quello che si sta definendo in sede comunitaria.

Abbiamo notato che anche negli Stati Uniti si sta verificando un certo ritardo nel legiferare in merito all’intelligenza artificiale anche per le pressioni delle BigTech che le soluzioni di intelligenza artificiale le producono: come si potrebbe superare il muro contro muro tra l’esigenza di regolare e l’indebolimento di un vantaggio competitivo che gli Usa hanno guadagnato sull’AI grazie alle BigTech?

Per me meno Stato è un miglior Stato. Dovremmo legiferare di meno e alleggerire cittadini e imprese di molti adempimenti.

Sarebbe conveniente per l’impresa in Italia ed in Europa creare un responsabile legale per intelligenza artificiale (come si fece per la privacy) per rispondere di eventuali abusi di questo potentissimo strumento oppure vede soluzioni diverse per regolare l’uso dell’intelligenza artificiale all’interno delle imprese?

La gestione della privacy si è rivelata troppo onerosa e spesso inefficace soprattutto nei confronti delle PMI. Non la prenderei come modello ma aprirei a delle consultazioni per le imprese.

L’intelligenza artificiale pone anche interrogativi circa l’occupazione: è proprio di questi giorni la notizia che in Germania il colosso SAP prevede un piano di tagli di 8000 lavoratori. Come conciliare, quindi a suo avviso, l’innovazione e il lavoro visto che alcune mansioni potrebbero essere sostituite dall’intelligenza artificiale?

Se leggiamo la storia economica notiamo che le preoccupazioni sono sorte ad ogni cambiamento tecnologico. Per esempio con l’avvento dei frigoriferi scomparvero quasi tutti i produttori di ghiaccio. Servono di sicuro politiche attive del lavoro per affrontare questo cambiamento epocale e penso che l’edutech ci venga in soccorso per upskilling e reskilling della forza lavoro.

Non possiamo che notare che l’intelligenza artificiale sta avendo un impatto molto forte anche nell’ambito finanziario: come pensa si svolgerà la transizione del mondo della consulenza bancaria e assicurativa per quanto riguarda l’occupazione e i servizi offerti a seguito di un sempre più pervasivo utilizzo dell’AI?

Questo è un fenomeno già sotto i nostri occhi, perciò è fondamentale la norma inserita nel Ddl Capitali che porta l’educazione finanziaria sui banchi di scuola.

Pochi mesi fa si sono fatte delle audizioni in merito all’intelligenza artificiale coordinate dall’Onorevole Gusmeroli, in cui diversi docenti di università italiane hanno portato il loro contributo. Come potrebbe, secondo lei, collaborare l’Università per creare un ambiente positivo per la formazione dei giovani, l’aggiornamento delle skill, lo sviluppo di competenze e soluzioni nonchè per la regolazione dell’intelligenza artificiale?

In tanti modi, per esempio trasformandosi in veri e propri hub che ascoltino e accompagnino le imprese verso la transizione digitale.

Ci sono diversi punti interessanti evidenziati dall’Onorevole Centemero, innanzitutto l’approccio del Sandbox regolamentare già utilizzato in ambito Fintech (e caldeggiato dallo stesso Deputato e che si sta rivelando estremamente efficace ) in cui diversi soggetti Consob, Banca d’Italia e MEF si sono impegnati per favorire l’innovazione in ambito finanziario.

Un’altra questione importante rilevata dall’Onorevole è la necessità di incentivare l’educazione finanziaria e la formazione dei lavoratori verso le nuove esigenze del mercato; in questo giocheranno un ruolo importante anche le Università che dovranno trasformarsi in veri e propri Hub che accompagnino le imprese e chiaramente i lavoratori verso la transizione digitale.

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ultimo aggiornamento: 21 Febbraio 2024 15:10

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