L’ex direttore dell’Economist rivela che le dimissioni di Boris Johnson non decretano la fine del populismo.
In un’intervista a La Repubblica Bill Emmott ex direttore dell’Economist ha dichiarato che “le dimissioni di Boris Johnson non sono ancora la fine del populismo, le destre continueranno a proporre soluzioni semplicistiche a problemi complessi ed è possibile che lo stesso Johnson si ricandidi a premier alle prossime elezioni, magari alla testa di un nuovo partito” dice sicuro Emmott.
Le dimissioni costrette di Johnson dal partito conservatore si inseriscono in un panorama europeo e occidentale in cui il populismo di destra sta perdendo terreno e viene sconfitto da moderati democratici come è accaduto in Francia con la sconfitta di Le Pen da parte di Macron e negli Usa con la grande sconfitta – seppure messa in dubbio da lui – di Trump.
Ma per l’ex direttore dell’Economist non è così semplice. “I due pachidermi del populismo Trump e Johnson sono usciti di scena ma non penso che sia ancora la fine del populismo. Nuovi candidati repubblicani in America e probabilmente il successore di Johnson nel Regno Unito seguiranno ancora istinti populisti” dichiara Emmott.
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La deriva delle destre occidentali nel populismo
Secondo l’economista le destre occidentali non tornano ancora su posizioni più moderate a causa dei tempi difficili che stiamo vivendo e le soluzioni semplicistiche sono più facili da trovare. Inoltre, non deve preoccupare se dall’altro lato le democrazie appaiono in difficoltà perché è proprio parte di un sistema democratico. Solo nei sistemi autocratici non cambia nulla ed è tutto stabile. Ma la crisi di oggi può portare a una fase di incertezza e instabilità maggiore.
L’ex direttore dell’Economist inoltre sottolinea che l’errore più grande che ha commesso Boris Johnson è stata la disonestà. “E’ un politico carismatico ma non molto serio né competente, e quando commette errori ha l’abitudine di mentire per coprirli. Così ha distrutto la propria credibilità ed è stato costretto a dimettersi” analizza Emmott.