L’intervista del ministro Fioramonti al Corriere della Sera: “La dedizione di un insegnante non si misura con le ore di lavoro e la scuola non è un ufficio postale”.
ROMA – L’intervista del ministro Fioramonti al Corriere della Sera. Il nuovo inquilino del MIUR ha fatto il punto sullo stato della scuola: “Penso ad un aumento mensile – dichiara – di cento euro. Con questo investiremmo più della metà dei due miliardi. Il resto sarà per investimenti come la ristrutturazione degli edifici scolastici“.
Ma gli incentivi non dovrebbero fermarsi qui: “La dedizione di un insegnante non si misura con le ore di lavoro perché la scuola non è un ufficio postale e funziona grazie al lavoro anche volontario che fanno molti insegnanti per una missione sociale. Non credo che un aumento di stipendio come premio funzioni“.
L’appello di Fioramonti ai presidi: “No ad atteggiamenti punitivi”
Fioramonti, inoltre, sfrutta questa intervista per lanciare un appello ai dirigenti scolastici: “Aboliremo la norma che introduce il timbro dei cartellini perché non vogliamo atteggiamenti punitivi. Dobbiamo ritornare in un Paese dove la scuola deve avere un ruolo di centralità. Per esempio vorrei cambiare i meccanismi dei concorsi perché sono troppo farraginosi e complessi. Il mio obiettivo resta quello di incoraggiare gli insegnanti a fare di più“.
Il ministro Fioramonti sui concorsi
In questa lunga intervista c’è spazio anche per i nuovi concorsi: “Entro la fine del 2019 saranno pubblicati i bandi e nuovi professori prima del 2021“. Sulla maturità restano i dubbi sul test Invalsi: “E’ utile ma non deve essere un requisito. L’anno scorso non era obbligatorio e l’hanno fatto praticamente tutti, credo che se fosse obbligatorio avremmo l’effetto di spaventare insegnanti e studenti“.
Conclusione finale sulla facoltà di Medicina: “Possiamo andare verso una abolizione graduale dei test. Esiste una legge in Parlamento ma prima bisogna trovare i fondi per le università“.
fonte foto copertina https://www.quirinale.it/elementi/35596