Gattuso: "Milan, non c'è più la mentalità di una volta"
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Gattuso: “Milan, non c’è più la mentalità di una volta”

Gennaro Gattuso

Il tecnico rossonero ha parlato del suo passato e dei cambiamenti avvenuti nel corso degli anni anche nello spogliatoio di Milanello.

Milan, Gennaro Gattuso ha preso parte alla presentazione del libro “Da Calciopoli ai Pink Floyd” di Alberto Costa. Nel corso dell’evento, il tecnico rossonero ha rilasciato alcune dichiarazioni sul suo passato rossonero. Ecco le parole del mister riportate da MilanNews.it: “La salvezza del Milan in questi anni è stata il rispetto delle regole, Galliani è dovuto intervenire poche volte. Rispettavamo la storia, oggi si fa più fatica. La mentalità dei giocatori è cambiata, oggi devi stare attento, prima dovevi stare zitto”.

“Il primo giorno a Milanello – ricorda Rino – mi feci la barba e lasciai due peli nel lavandino. Presi due schiaffi in testa da Costacurta, dicendo che dovevo pulire. Capivi subito la mentalità. Galliani mi voleva convincere a restare, da giocatore, ma non mi sentivo più a mio agio, non parlavo più la stessa lingua. A tanti non piaceva quello che io, Abbiati e Ambrosini dicevamo. Oggi è un’epoca diversa”.

Bonus 2024: tutte le agevolazioni

Insomma, è cambiato tutto: “Un allenatore – ha affermato Gattuso – deve trovare ragazzi disposti a fare sacrifici, a migliorarsi, a fare qualcosa in più. Oggi devi stare attento a dire qualcosa, perché poi no iniziano a lamentarsi e a cercare alibi. Le cose sono cambiate. Prima ad esempio si sentiva solo musica italiana. Ora se metti qualcosa di italiano si mettono a ridere. C’è solo roba straniera, hip hop, se metto Pupo tutti ridono”.

Paolo Maldini

Milan, Gattuso: “Maldini è stato il più forte al mondo”

Dall’alto della sua esperienza, Rino ha svelato anche la ricetta per diventare campioni: “Bisogna essere coerenti, anche fuori dal campo, e non basta mai il talento. Uno che non salta mai l’allenamento, che è coerente, che arriva sempre puntuale, che fa il suo lavoro a 360 gradi, che rispetta ogni regola. Per questo dico che Maldini è stato il più forte al mondo, perché era sempre sul pezzo. Avrebbe potuto vivere di rendita e invece non ha mai mollato niente. Il segreto di quel gruppo storico è stato questo, se c’era una regola veniva rispettata alla lettera”.

Un ricordo anche dello storico Mondiale del 2016: “Al gol di Grosso in semifinale non andai nemmeno a esultare, ero l’ultimo uomo a centrocampo e se partiva qualcuno della Germania dovevo andare a rincorrerlo. Nella vita ho sempre pensato di diventare il più forte del mio ruolo, recuperare palloni e fare l’incontrista, ho sempre voluto migliorarmi. Poi non era vero che non avevo qualità, però sapevo i miei limiti e dovevo mettermi a disposizione del gruppo”.

Un video con alcuni momenti del Gattuso giocatore:

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 29 Aprile 2019 21:05

Comunicato ufficiale Ac Milan: distorsione alla spalla per Conti

nl pixel