Gualtieri: “Proroga del blocco licenziamenti e cassa integrazione aggiuntiva”

Gualtieri: “Proroga del blocco licenziamenti e cassa integrazione aggiuntiva”

Gualtieri a ‘Di Martedì’: “Continueremo con il blocco dei licenziamenti. Lavoriamo anche al nuovo decreto Ristori.

ROMA – Il ministro Gualtieri ai microfoni di Di Martedì, trasmissione in onda su La7, ha fatto il punto sulle prossime mosse del governo per contrastare l’emergenza economica provocata dalla pandemia: “Prorogheremo il blocco dei licenziamenti per tutti. Successivamente, a mio avviso, ci dovrà essere una misura simile per i settori più colpiti come per esempio il turismo. Dobbiamo confrontarci con le parti sociali e speriamo di farlo in tempi brevi […]. Noi come governo ci occuperemo di affari correnti per il momento e proseguiremo con il decreto ristori“.

“L’Italia ha fatto cose egregie”

Il titolare del Mef ha parlato anche del prossimo decreto ristori: “Stiamo trovando il metodo migliore per inviare la nuova tranche. Abbiamo fatto un seminario con l’Ue per scambiare le esperienze tra i Paesi e noi stiamo stati i più veloci. In alcuni Stati stanno ancora pagando la tranche di novembre. Possiamo dire che l’Italia sta facendo cose egregie“.

Roberto Gualtieri

“No al Governo con la Lega”

Come riportato da RaiNews, l’esponente del Partito Democratico ha chiuso le porte ad un governo con la Lega: “Salvini ha spiegato in modo chiaro che non è possibile fare un esecutivo con le forze aintieuropeiste. Sono forze che hanno contrastato l’Europa, e l’euro, che invece ha fatto un salto di qualità straordinario, decidendo di mettere a disposizione degli eurobond per finanziare tutte le spese. La Lega, inoltre, non vuole i prestiti del Recovery perché, secondo il loro leader, non sono convenienti“.

Un pensiero condiviso anche dall’economista Cottarelli, uno dei papabili per il ruolo di presidente del Consiglio in caso di fumata nera per un Conte-ter: “Se si facesse come detto dal leader della Lega, ci costerebbe 25 miliardi in più“. Una posizione diverse che potrebbe mettere in difficoltà sul nascere un governo di unità nazionale guidato da un tecnico.