Silvio Berlusconi al Corriere della Sera: "Governo in crisi"
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

La profezia di Berlusconi, “Governo in crisi, unica via sono le elezioni”

Silvio Berlusconi al Corriere della Sera: “A breve il governo entrerà in crisi e l’unica via da seguire è quella delle urne”.

Intervenuto ai microfoni de il Corriere della Sera, Silvio Berlusconi sembra più motivato che mai dopo il piccolo incidente avuto a Zagabria, dove ha rimediato una ferita in seguito a una caduta.

Bonus 2024: tutte le agevolazioni

Silvio Berlusconi al Corriere della Sera: “A breve il governo entrerà in crisi, l’unica via sono le urne”

Nella prima parte della sua lunga intervista al Corriere della Sera, Silvio Berlusconi ha parlato delle sorti del governo, che sarebbe destinato a cadere in tempi brevi.

“A breve il governo entrerà in crisi, per ragioni politiche e per l’assoluta incapacità di gestire i problemi del Paese. Il fatto è che nel Ventunesimo secolo pensare di guidare l’Italia con le vecchie ricette della sinistra novecentesca, con le nazionalizzazioni, le tasse, la spesa assistenziale, il deficit, significa condannarci al disastro. Ho detto qualche volta, con un affettuoso paradosso, che “gli italiani devono imparare a votare”: perché paghiamo a caro prezzo aver dato alle ultime elezioni tanto consenso a degli incompetenti assetati di potere”..

“Se il governo cadesse, l’unica strada sarebbero le urne. Non credo che Giorgetti intendesse proporre altre soluzioni o prefigurare maggioranze diverse. In ogni caso noi siamo radicalmente alternativi alle sinistre: da quella di Renzi, da quella di Di Maio e da quella di Zingaretti”.

Silvio Berlusconi
Fonte foto: https://www.facebook.com/pg/SilvioBerlusconi

“Come membri autorevoli del Ppe avremo una funzione fondamentale per evitare l’isolamento del nostro paese”

Il leader di Forza Italia ha poi parlato del ruolo del suo partito nella nuova Italia post elettorale, che potrebbe essere guidata dal Centrodestra.

“Posso dire che in quel momento noi, in quanto membri autorevoli del Ppe, la più grande famiglia politica europea, avremo una funzione fondamentale per evitare l’isolamento del nostro Paese […]. Tusk, che io ho votato a Zagabria la scorsa settimana, ha detto una cosa ovvia: cioè che la Lega è diversa dal Ppe. Chi ha immaginato un suo ingresso tra i Popolari ha lavorato di fantasia. Non credo interessi nemmeno a loro. Però la collaborazione in sede europea con i sovranisti ragionevoli, come con i conservatori, i liberali e altre forze democratiche alternative alla sinistra, è la strada da seguire. Come noi facciamo in Italia con il pieno sostegno del Ppe“.

Silvio Berlusconi, “Dobbiamo riportare al voto gli italiani delusi”

Berlusconi ha poi ammesso di non essere soddisfatto dei recenti risultati di Fi e della attuali dimensioni del partito.

“Con la consapevolezza che dobbiamo fare un duro lavoro per riportare al voto gli italiani delusi, disgustati dall’attuale politica, che non vanno neppure più a votare, ma che si sentono di centrodestra. A loro penso quando parlo dell’altra Italia. Secondo i sondaggi sono 7 milioni di elettori: da soli farebbero la differenza. Ovviamente non sono soddisfatto delle attuali dimensioni numeriche di Forza Italia, che sono il risultato di molte invenzioni processuali che mi sono state rivolte contro. Ma come sempre nella vita non bisogna perdersi in recriminazioni: dobbiamo lavorare sodo. E lo stiamo facendo”.

Processo Stato-Mafia, Berlusconi: “Ero disponibilissimo a rispondere a qualsiasi domanda”

Inevitabile poi un commento sul processo a Dell’Utri e sulla sua decisione di non rispondere alle domande dei giudici.

“Ero disponibilissimo a rispondere a qualsiasi domanda ma i miei avvocati me lo hanno tassativamente vietato. Io non ho nulla da temere, ma i miei difensori ritenevano che essendovi un’indagine in corso — indagine che non potrà che concludersi con un’archiviazione, com’è già accaduto precedentemente — non fosse quella la sede corretta dove rendere dichiarazioni. Del resto avevo detto pubblicamente più volte che non vi era mai stata alcuna pressione o minaccia, né diretta né indiretta, da parte della mafia o di chicchessia durante i miei governi. Se fosse accaduto avrei immediatamente avvertito l’autorità giudiziaria”.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 29 Novembre 2019 11:05

L’Espresso, inchiesta Open: c’è un secondo prestito a Renzi? E quegli intrecci in Lussemburgo…

nl pixel