In una ricerca tedesca sarebbero state individuate le cause delle trombosi legate alla somministrazione dei vaccini AstraZeneca e Johnson and Johnson.
Una ricerca tedesca avrebbe individuato le cause delle trombosi collegate alla somministrazione dei vaccini AstraZeneca e Johnson&Johnson e soprattutto avrebbe individuato il modo per evitare questi fenomeni avversi.
Una ricerca tedesca avrebbe individuato le cause di trombosi legate ai vaccini AstraZeneca e Johnson and Johnson
Secondo i ricercatori, le trombosi sarebbero causate dai vettori di adenovirus che i due vaccini in questione sfruttano per trasmettere le informazioni genetiche per la proteina Spike. Una volta nel nucleo della cellula, alcune parti della proteina creano versioni mutanti. Versioni che non sono in grado di legarsi alla membrana cellulare. Queste proteine, che vengono espulse dalle cellule, creano i coaguli. I vaccini che sfruttano la tecnologia dell’RNA messaggero, come Pfizer, non hanno questi problemi in quando la proteina non entra nel nucleo della cellula.
Come risolvere il problema
La soluzione al problema, secondo i ricercatori, esiste. Si dovrebbero riprogrammare i vaccini. “Con i dati che abbiamo nelle nostre mani possiamo dire alle aziende come mutare queste sequenze, codificando per la proteina spike in un modo che prevenga reazioni di separazione non programmate“, ha fatto sapere il Professor Marschalek, che ha guidato il team di ricercatori.
Il rapporto dell’Aifa
Nella giornata del 26 maggio il team di esperti incaricato dall’Aifa ha fatto il punto sulle informazioni note sui casi di trombosi.
“I casi di trombosi dei seni venosi cerebrali (Tsvc) e/o del distretto splancnico che sono stati osservati dopo la somministrazione di Vazxevria e del vaccino Janssen hanno mostrato come caratteristiche comuni un’insorgenza tra 5 e 21 giorni dopo la vaccinazione, la presenza concomitante di trombocitopenia di varia gravità e un andamento rapidamente progressivo, spesso con il riscontro nei giorni successivi al ricovero di trombosi in numerosi altri distretti vascolari, soprattutto venosi ma anche arteriosi“, si legge nel rapporto.