L’ira dello zio di Giulia Cecchettin: “Turetta? Spero la tua famiglia ti abbandoni con i tuoi incubi”

L’ira dello zio di Giulia Cecchettin: “Turetta? Spero la tua famiglia ti abbandoni con i tuoi incubi”

Lo zio di Giulia Cecchettin condivide la rabbia e il rifiuto di perdonare Filippo Turetta, accusato del femminicidio della nipote.

Le frasi sconvolgenti di Filippo Turetta, emerse dai verbali dell’interrogatorio in cui racconta l’omicidio di Giulia Cecchettin, hanno suscitato una forte reazione nello zio materno della giovane.

Come riportato da IlTempo.it, l’uomo ha espresso la sua rabbia sui social: “La famiglia Turetta ci ha contattati chiedendo di perdonare Filippo. Io non ho mai risposto e non nego che, in questo momento, non sono disposto a perdonare“.

La rabbia dello zio di Giulia Cecchettin

Il messaggio sui social dello zio di Giulia Cecchettin è molto duro: “Spero che la tua famiglia ti abbandoni a te stesso con i tuoi incubi peggiori. Altrimenti a quel messaggio di sei mesi fa non ha senso che risponda“.

Parlando al Gazzettino, il parente della giovane ha approfondito la questione. Sembrerebbe che i genitori di Turetta abbiano provato a contattare la famiglia, compreso il padre Gino.

Spero che il loro sia un tentativo di avvicinamento dettato da un sincero strazio e non un modo per tentare di difendere l’indifendibile per alleggerire la posizione del loro figlio“, afferma lo zio.

In merito ai dettagli emersi dal verbale? “Non è piacevole per la nostra famiglia leggere certi particolari. Gino sa sicuramente di più di me ma io non mi permetto di chiedergli se lui per primo non se la sente di parlare“.

Uno sguardo verso il futuro

Nonostante il dolore e la rabbia, la famiglia Cecchettin cerca di guardare avanti con fiducia nella giustizia.

Gino, il padre di Giulia, sta lavorando per creare una fondazione in nome di sua figlia, un modo per mantenere vivo il suo ricordo e contribuire a prevenire altre tragedie simili.

L’importante per noi ora è avere fiducia nella giustizia e guardare avanti,” ha concluso lo zio, sottolineando la necessità di continuare a lottare per ottenere giustizia per la giovane vittima.

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