Ieri la Repubblica islamica ha annunciato che sarà abolita la polizia morale e ci saranno novità sull’obbligo del velo.
Le proteste in Iran che hanno mobilitato donne e uomini da oltre due mesi contro il regime non accennano a fermarsi. Dall’uccisione della ragazza di origini curda ci sono stati scontri, arresti e violenze e altri omicidi da parte delle autorità della Repubblica islamica. Per tentare di placare la popolazione il Parlamento iraniano e il Consiglio Supremo della Rivoluzione Culturale avrebbero pensato di sospendere la polizia morale e cambiare l’obbligo dell’hijab.
Ad annunciarlo sarebbe stato proprio il procuratore generale ultraconservatore dell’Iran che promette che in due settimane ci saranno novità riguardo l’obbligo di indossare il velo anche se l’ostacolo principale sono le autorità religiose. La popolazione è insorta proprio per questo obbligo che oramai ritiene superato, solo il 37% degli iraniani lo considera valido. Il procuratore ha anche confermato che la polizia morale è stata abolita e che non ha niente a che fare con la magistrature. La polizia morale è quella che è stata responsabile delle violenze e delle brutali repressioni delle proteste e anche della morte di Amini e altre giovani.
Arriverà realmente una svolta in Iran?
Ma secondo gli analisti questi sarebbero solo tentativi di placare gli animi perché le violenze in Iran non si fermano. Da quanto mostra la Cnn è stata demolita la casa della climber che aveva protestato a Seul lo scorso ottobre ed è stata condannata a morte un’allenatrice di pallavolo per aver dato a calci un paramilitare.
Quasi tre mesi di proteste e manifestazioni hanno portato ad oltre 400 morti nel paese anche se le autorità ne riconoscono la metà. Non si sa se le parole del procuratore Montazeri trovino un riscontro concreto nel prossimo futuro e se queste violenze siano servite a portare cambiamenti nella Repubblica islamica iraniana. Inoltre, il procuratore non ha fornito dettagli sulle modifiche alla legge sul velo anche perché sia parlamento che magistratura sono controllati dai conservatori contrari alla rimozione dell’obbligo.
Anche le aperture del presidente Ebrahim Raisi sulla flessibilità dell’applicazione della Costituzione sembrano molto vaghe. Non resta che aspettare il processo dei legislatori.