Le Guardie rivoluzionarie in Iran hanno arrestato occidentali accusati di aver inviato alle redazioni video e immagini.
In Iran sono stati arrestati dei membri di media occidentali. Le Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno accusato queste persone di aver ripreso video e immagini di “diverse situazioni” e averli mandati alle loro redazioni. A comunicarlo sono state proprio le Guardie Rivoluzionarie. La nota è stata citata dal media nazionale Irna e rivela che le persone arrestate si trovano a Pardis, una città a est di Teheran. Inoltre, i giornalisti arrestati avevano il sostegno finanziario e di intelligence dei media occidentali.
Durante le proteste in corso da tre mesi nel Paese, sono state inviate immagini e video ai social media e alle tv dissidenti in lingua persiana all’estero. In Iran dall’inizio delle proteste di settembre sono stati arrestati settanta giornalisti e 400 manifestanti condannati nei soli tribunali della capitale, Teheran. Il regime dell’Ayatollah ha intrapreso la linea dura con la condanna a morte dei manifestanti di cui tre già sono state eseguite per dare un monito a chi continua a scendere in piazza e disincentivare le proteste.
Teheran contro l’Occidente
Uno dei giovani manifestanti che rischia la pubblica impiccagione da parte del regime è un altro sportivo, Amir Nasr-Azadani. Di lui non si era saputo nulla del suo arresto perché la famiglia «è stata ripetutamente minacciata dalle forze di sicurezza della Repubblica islamica» perché tacesse. La sua condanna potrebbe essere imminente come quella del rapper Saman Yasin.
Ma nonostante l’obiettivo del regime di non far scendere in piazza le persone, le proteste non si fermano. Sarebbero oltre venti le persone nel braccio della morte che aspettano la condanna definitiva. Nel frattempo che si rivolta anche contro l’Occidente, Teheran stringe i rapporti con gli antagonisti inserendosi nello scenario globale come attore determinante. Ieri Iran e Cina hanno siglato 16 memorandum d’intesa durante la visita a Teheran del vice primo ministro cinese. Non solo, sempre ieri il procuratore generale russo per la prima volta si è recato nella Repubblica islamica in visita.
