Iran, due persone impiccate per aver bruciato il Corano

Iran, due persone impiccate per aver bruciato il Corano

L’anno scorso in Iran sono state giustiziate 582 persone: è il numero più alto di esecuzioni dal 2015.

In Iran due persone sono state condannate a morte, tramite impiccagione. Il motivo: essere colpevoli di “aver insultato l’Islam“. A riportare la notizia è il sito della magistratura iraniana Mizan online. Il bilancio delle esecuzioni avvenute nel 2023 arriva, così, a 582 persone. In tutto il 2021, il bilancio si era fermato a 333 vittime secondo un bilancio delle ong IHR (Iran Human Rights) e Togheter Against the Death Penalty.

Il Corano

Insulti all’Islam o confessioni prese con la forza?

Secondo la magistratura dell’Iran, Sadrollah Fazeli Zarei e Youssef Mehrdad sarebbero colpevoli di aver “insultato il profeta Maometto e bruciato il Corano“. La loro condanna a morte è stata fissata dal governo iraniano per questa mattina, lunedì 8 maggio, per impiccagione.

Uno dei due accusati, nel marzo 2021, aveva confessato di aver pubblicato sui suoi profili social insulti all’Islam, sempre secondo il sito Mizan online. Per molti gruppi di difesa dei diritti umanitari, che si sono occupati anche di altri casi di violenza in Iran, molte di queste confessioni sono forzate, in quanto estorte con costrizioni e ricatti.