Iran: minacce al vignettista italiano e attacco hacker

Iran: minacce al vignettista italiano e attacco hacker

La redazione di Charlie Hebdo è stata vittima di un attacco hacker dopo le vignette contro Khamenei e arrivano minacce al vignettista italiano.

Minacce social per il vignettista italiano tra i vincitori del concorso indetto il mese scorso dal settimanale satirico francese Charlie Hebdo. Le vignette hanno suscitato l’ira dell’Iran che ha promesso ritorsioni per le gravi offese subite.

Il vignettista italiano a cui sono state indirizzate minacce attraverso i social è Paolo Lombardi di 59 anni della provincia di Arezzo, è uno degli autori delle immagini pubblicate nell’ultimo numero di Charlie Hebdo, uno speciale dedicato alla rivoluzione delle donne in corso in Iran che ha fatto scatenato la rabbia del regime di Teheran. Ora l’uomo è sotto vigilanza.

Ex operaio, ora pensionato, il vignettista italiano che ha vinto il concorso della redazione francese ha disegnato una vignetta che raffigura una donna che urina sull’immagine dell’ayatollah Khamenei. Il suo disegno è stato pubblicato sulla prima pagina del numero speciale che commemora l’anniversario dell’attentato del 2015 contro la redazione di Parigi e prende di mira le repressioni del regime di Teheran.

donna proteste iran

Scontro tra Parigi e Teheran

Nel frattempo, il sito di Charlie Hebdo è stato hackerato. La giustizia francese ha aperto un’inchiesta riguardo a questo attacco informatico al sito web del giornale, già vittima di un attentato di radicali islamisti nel 2015 esattamente il 7 gennaio. Il direttore del settimanale aveva riferito di aver già subito “attacchi informatici dal Pakistan. Ma è un po’ un classico per Charlie, dovevamo aspettarcelo. Se ormai è solo questo, non è tanto grave”.

In seguito alla pubblicazione delle vignette, l’Iran aveva chiuso l’istituto di ricerca francese a Teheran come primo atto, presagendo altre ripercussioni. «La libertà di stampa esiste» in Francia, «contrariamente a quanto sta accadendo in Iran» aveva ribattuto l’ambasciatore francese a Teheran. Stesso concetto ribattuto dalla ministra degli esteri francese.