In Iran un professore ha strappato i suoi diplomi in diretta tv: “Se mia sorella e mia madre non possono studiare non accetto sistema”.
Continuano le manifestazioni in segno di protesta per la morte della pakistana Masha Amini. Continuano senza sosta le manifestazioni in Iran per la 22enne Masha Amini, deceduta lo scorso 16 settembre in carcere a Teheran. La polizia l’aveva arrestata in quanto non avrebbe indossato correttamente il velo.
Adesso, da dieci giorni, gli iraniani stanno protestando contro il regime degli Ayatollah. Attualmente, le persone decedute durante le manifestazioni sono a quota 508. Si tratta perlopiù di manifestanti e alcuni membri delle forze dell’ordine. In seguito alle numerose manifestazioni in Iran, il 20 dicembre il ministro dell’Istruzione iraniano ha deciso di escludere le afghane dagli atenei.
“Non voglio più insegnare”. Lo ha dichiarato Ismail Meshal, docente dell’Università di Kabul, in occasione di un’intervista in tv, in cui ha distrutto in mille pezzi i i suoi diplomi universitari. Il video in segno di protesta contro il regime è diventato virale su tutti i social.
Ismail Meshal ha compiuto un gesto forte e coraggioso, contro il regime dei talebani, secondo il quale le donne non avrebbero diritto allo studio. Il docente dell’Università di Kabul ha dichiarato: “Se mia madre e mia sorella non possono accedere all’istruzione io non accetto di insegnare”, ha detto.
La decisione del ministro dell’Istruzione superiore
Il ministro dell’Istruzione superiore Neda Mohammad Nadim, ha inviato una lettera a tutte le università governative e private, annunciando il nuovo divieto. All’interno della comunicazione compare il seguente testo: «Siete tutti informati di attuare il citato ordine di sospensione dell’istruzione delle donne».
Neda Mohammad Nadim – ex governatore e comandante militare – durante lo scorso ottobre è stato nominato responsabile dell’Università. Fin da subito aveva dimostrato la sua inclinazione nel voler escludere le donne dal mondo dell’istruzione, definendo l’istruzione femminile non islamica e contraria ai valori afghani.