Iran, regime blocca ex calciatore Daei per aver sostenuto proteste
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Direttore: Alessandro Plateroti

Iran, regime blocca ex calciatore Daei per aver sostenuto proteste

L’ex calciatore Daei è stato fermato in Iran, mentre era in procinto di partire per Dubai. La sua colpa è di aver partecipato alle proteste.

Continuano in Iran le proteste contro il regime iniziate nel mese di settembre 2022, a seguito della morte della giovane Mahsa Amini. Tantissime persone hanno preso parte alle manifestazioni contro il regime: uomini, donne, persone di ogni rango, anche star del cinema. 

Per aver partecipato alle proteste, l’ex calciatore iraniano Daei è stato fermato dal regime. L’aereo della compagnia aerea Mahan Air, il W563 partito da Teheran e diretto a Dubai, è stato costretto dalle autorità iraniane ad atterrare sull’isola di Kish.  

A bordo del velivolo c’erano – oltre all’ex calciatore – anche la moglie e il figlio e allenatore Ali Daei. L’ex sportivo è attualmente oggetto di minacce per aver sostenuto le proteste per la morte di Mahsa Amini. Il sito Iran International ha reso noto il fatto che sia alla moglie che al figlio dell’ex calciatore è stato impedito di lasciare il Paese.  

bandiera Iran

La notizia è stata confermata dallo stesso Daei, che ha definito quella del governo come una “decisione incomprensibile”. L’ex sportivo ha confermato che le autorità iraniane “hanno costretto la mia famiglia a scendere dall’aereo, ma non li hanno arrestati”.  

E prosegue: “Non comprendo questo comportamento. Mia moglie e mia figlia sono salite legalmente sull’aereo a Teheran, e avevano in programma di visitare Dubai per alcuni giorni e poi tornare in Iran. Ma l’aereo è stato costretto a rientrare con tutti i passeggeri. Era una caccia al terrorista?”, spiega. Stando a quanto riferito dalle agenzie di stampa iraniane Tasnim e Isna, alla moglie di Ali Daei è stato impedito di lasciare l’Iran “perché ha invitato la gente a partecipare allo sciopero nazionale”.  

Le condanne a morte

Il regime islamico ha condannato a morte oltre 11 persone in Iran. Gli individui erano stati arrestati durante le proteste iniziate in settembre, in seguito alla morte di Mahsa Amini. La notizia giunge attraverso una denuncia della ong Iran Human Rights, con sede ad Oslo. 

Secondo quanto appreso, «altre decine di persone rischiano attualmente la pena capitale». Inoltre «la Repubblica Islamica ha intenzionalmente nascosto i nomi dei manifestanti con condanne a morte confermate». Stando a quanto riferito alla ong, «gli imputati non hanno accesso ai loro avvocati». Per questo motivo, non possono avere alcun contatto con i propri familiari. 

Il governo ha messo in atto la prima esecuzione con pena capitale nei confronti del primo manifestante, attraverso l’impiccagione. Mohsen Shekari, arrestato da quasi tre mesi durante le manifestazioni, nella giornata di ieri è stato giustiziato.  

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ultimo aggiornamento: 29 Dicembre 2022 15:02

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