Il Consiglio Ue ha deciso un nuovo pacchetto di sanzioni per l’Iran per le violente repressioni delle proteste.
Teheran sarà colpita da un nuovo giro di sanzioni arrivate da parte dell’Unione europea. Ieri il Consiglio Ue ha deciso di punire l’Iran per le brutali repressioni alle manifestazioni pacifiche che si stanno svolgendo da tre mesi nel paese. Ma anche per l’assistenza bellica che la Repubblica islamica ha fornito alla Russia nella guerra in Ucraina con i droni che stanno devastando le infrastrutture del paese. I ministri degli Esteri riuniti a Bruxelles però ancora non trovano un accordo sul nono pacchetto di sanzioni per Mosca.
Nel frattempo i 27 paesi hanno concordato l’aiuto a Kiev. “Assistiamo l’Ucraina nel riparare la rete dell’energia aumenteremo l’export di energia verso l’Ucraina, continueremo a lavorare per ché i responsabili di questa guerra non restino impuniti” ha detto l’Alto rappresentante della politica estera europea. Sul tavolo dei paesi membri sia il dossier sulla Russia sia quello sull’Iran. Per il momento ancora non si è riusciti a trovare un accordo unanime sul nono pacchetto di sanzioni da imporre alla Russia. Arriva invece quello per l’Iran.
Alla decisione europea Teheran risponde con controsanzioni
“Consideriamo inaccettabile l’impiego della pena capitale contro i manifestanti; il nuovo pacchetto di sanzioni mira a colpire i responsabili della repressioni contro chi protesta” ha detto Joseph Borrell. Le sanzioni colpiscono venti persone e un ente per violazione dei diritti umani. Le precedenti sanzioni europee avevano colpito i Guardiani della rivoluzione.
Ma dopo le prime esecuzioni pubbliche dei condannati a morte per tradimento contro Dio decise dal regime dell’Ayatollah Khamenei, la situazione è sempre più preoccupante. Ora Teheran ha iniziato a impiccare i manifestanti senza nemmeno un processo. Esecuzioni ritenute sproporzionate addirittura anche da tre ayatollah. Amnesty International avverte: «La lista dei condannati a morte è lunga. Il mondo deve mobilitarsi». Le sanzioni potrebbero non bastare.
Intanto l’Iran risponde lanciando un chiaro messaggio alla comunità internazionale e soprattutto all’Europa annunciato sanzioni a 10 persone a 5 entità europee. Tra queste organi di informazione come Radio Farda, versione in persiano di Radio Free Europe, e Radio Zamaneh, ma anche il giornale satirico francese Charlie Hebdo. Oggetto delle sanzioni anche personalità inglesi e tedesche come il ministro dell’immigrazione britannico e il direttore generale dell’MI5 e 4 deputati e al British Committee for Iran Freedom e al Tony Blair Institute for Global Change. Secondo Teheran sono colpevoli di aver “sostenuto gruppi terroristici e incoraggiato la violenza e il terrorismo”.