Jafar Panahi, regista pluripremiato in tutti i tre festival cinematografici più importanti d’Europa, viene scarcerato da Evin.
Il regista iraniano Jafar Panahi aveva avviato uno sciopero della fame e della sete sette mesi fa. Dopo due giorni, le autorità lo arretano trasferendolo nel nel carcere di Evin. Era stato condannato a sei anni di reclusione per propaganda contro il sistema, ma viene scarcerato su cauzione solo dopo sette mesi, grazie al lavoro dei legali.
Lo sciopero della fame
A luglio scorso Panahi si recò all’ufficio del procuratore di Teheran per chiedere informazioni sull’arresto di altri due registi iraniani, Mohamad Rasoulof e Mostafa al-Ahmad. Le autorità però incastrano anche lui, in quanto il giudice riteneva che avrebbe dovuto scontare una condanna precedente.
Jafar Panahi avrebbe intrapreso uno sciopero della fame secca suscitando un’ondata di preoccupazione in tutto il mondo. “Oggi, come molte persone intrappolate in Iran, non ho altra scelta che protestare contro questo comportamento disumano con il mio bene più caro: la mia vita”, aveva detto il regista. “Rimarrò in questo stato fino a quando forse il mio corpo senza vita non sarà liberato dalla prigione”.
Il rilascio di Panahi
Oggi la moglie del regista, Tahereh Saeedi, posta una foto su Instagram che la ritrae con Jafar mentre si trova in auto dopo aver lasciato la prigione di Evin, “temporaneamente”. La donna annuncia la notizia al critico cinematografico Mansour Jahani, attraverso una telefonata, ringraziando “gli sforzi della sua famiglia, di rispettati avvocati e rappresentanti del cinema”.