Iraq: caos e scontri a Baghdad

Iraq: caos e scontri a Baghdad

L’annuncio del leader Moqtada Sadr di ritirarsi dalla politica ha scatenato il caos tra i sostenitori.

I seguaci del leader sciita Moqtada Sadr si sono scontrati con i jihadisti sciiti filo-iraniani nella capitale Baghdad. In Iraq è scoppiato il caos dopo l’annuncio del leader di ritirarsi dalla politica. Moqtada Sadr ha vinto le ultime elezioni

Gli scontri hanno provocato almeno 27 morti tra i sostenitori di Moqtada Sadr dopo l’occupazione dei palazzi governativi da parte degli insorti. Mentre i feriti sarebbero oltre 400. Entrambi i gruppi erano armati e razzi sono stati lanciati in tutta la città. Gli scontri continuano da ieri anche in mattinata tra i sostenitori del premier e i paramilitari filo-iraniani presenti nell’esercito del paese. Le forze di sicurezza governative sono intervenute anche coi lacrimogeni e sparando proiettili di gomma.

L’esercito ha inoltre annunciato il coprifuoco prima a Baghdad e poi ha esteso la misura a tutto il Paese. Per tutta la giornata resteranno chiuse scuole, istituzioni, e banche. Anche le sirene antiaeree dell’ambasciata degli Stati Uniti hanno risuonato a causa di esplosioni nell’area dove ci sono ambasciate straniere e palazzi governativi. Secondo le fonti i combattimenti si concentrano attorno alla sede del ministero degli esteri iracheno.

Lo scontro intra-sciita in Iraq preoccupa la comunità internazionale

Esercito

Nel frattempo l’Iran ha sospeso i voli di linea per l’Iraq e chiuso il confine. Gli Stati Uniti e l’Onu sono preoccupati per la situazione nel paese seguendo le proteste. Il segretario Onu Guterres appella alla moderazione tutti gli interessati negli scontri in Iraq e li esorta a prendere provvedimenti immediati per ridurre l’escalation della situazione ed evitare qualsiasi violenza”.

I sostenitori di Sadr si sono ribellati all’uscita di scena del loro leader per la sua importanza date le sue discendenze con Maometto appartiene a una delle casate più influenti del Medio Oriente. Considerato uno dei più radicali populisti anti-americani ha sempre più preso le distanze dall’Iran.