Sconfitto l’Isis nasce il problema legato ai foreign fighters ‘italiani’ partiti per il Medio Oriente per combattere al fianco del ‘Califfato Nero’.
La sconfitta – quasi definitiva stando a Trump – dell’Isis in Siria porta anche brutte notizie ai paesi europei. Il presidente statunitense ha confermato la sua intenzione di ritirare le truppe dalla Siria ma ha sottolineato di non poter trattenere gli ottocento prigionieri al momento detenuti.
Trump ‘minaccia’ l’Europa: prenda i prigionieri o li liberiamo
Da qui la proposta del presidente americano: o se fa carico l’Europa o vengono liberati e probabilmente – sottolinea lo stesso Trump – raggiungeranno l’Europa in maniera autonoma creando (presumibilmente) disagi e una minaccia per la sicurezza.
Anche l’Italia dovrà farsi carico dei foreign fighters che sono partiti per combattere nell’esercito del Califfato Nero, ormai sconfitto.
Sono circa 129 i guerriglieri ‘italiani’
I guerriglieri italiani partiti alla volta del Medio Oriente sono circa centoventinove. Si tratta a tutti gli effetti di persone legate legalmente all’Italia. Alcuni hanno un permesso di soggiorno, altri hanno addirittura la residenza in Italia.
I numeri sono decisamente contenuti rispetto a quelli con i quali dovrà fare i conti ad esempio la Francia. Questo però non significa che i rischi per il governo italiano siano da sottovalutare. La paura è il cosiddetto effetto blowback, ossia la possibilità che i guerriglieri, ormai senza un capo, possano decidere di agire in maniera autonoma nei paesi di provenienza.
Le buone notizie per l’Italia
La buona notizia, come sottolineato da il Corriere della Sera, è che per quanto riguarda il governo italiano, anche alla luce dei numeri ridotti, il monitoraggio dei combattenti di ritorno dal Medio Oriente dovrebbe essere particolarmente agevole.