L’accordo per il nuovo governo di Israele viene discusso dalla Corte Suprema. Presentate petizioni contro Netanyahu, il quale è stato incriminato.
GERUSALEMME – La Corte Suprema di Israele inizia oggi a esaminare le petizioni presentate contro l’intesa tra Benyamin Netanyahu e Benny Gantz per un governo di emergenza nazionale e avverso la possibilità che un deputato incriminato, come il primo, possa ricoprire la carica di premier.
Il presidente della Corte Esther Hayut ha deciso che le udienze saranno trasmesse dal vivo e che saranno 11 su 15 i giudici del Tribunale ad approfondire le petizioni.
Israele, si esprime la Corte Suprema sul governo
Come noto, il leader del Likud, Benjamin Netanyahu, deve rispondere di diversi capi d’accusa. A tal proposito, pochi giorni fa l’Avvocato generale dello stato, Avichai Mandelblit (lo stesso che ha incriminato il premier israeliano), ha detto alla Corte di non vedere “motivi legali” per bloccare il premier dal formare il prossimo governo, pur riconoscendo che le petizioni presentate rilevano “significative difficoltà”.
L’accordo politico alla Knesset prevede che Bibi sia confermato premier per un anno e mezzo per poi fare la staffetta con Gantz, leader di “Blu e Bianco”.
Le proteste popolari
Nelle ultime settimane sono state molte le manifestazioni popolari di protesta – ieri sera l’ultima a Tel Aviv – contro l’intesa e contro Netanyahu indette dal movimento ‘Black Flag’ e da altre organizzazioni.
I capi di imputazione contro Netanyahu
Nel 2019 il 70enne che guida Israele da un decennio è stato formalmente incriminato di corruzione, frode e abuso d’ufficio per modifiche legislative effettuate al fine di favorire aziende di comunicazione ed importanti uomini d’affari.