Israele, la fase tre della guerra con Hamas: il piano per tutto il 2024

Israele, la fase tre della guerra con Hamas: il piano per tutto il 2024

Il nuovo anno vede Israele deciso a proseguire la guerra con Hamas. Scatta la fase numero tre del conflitto con un piano preciso per il 2024.

Il nuovo anno è iniziato come si era concluso, almeno per quanto riguarda la guerra tra Israele e Hamas. Il conflitto va avanti e, a quanto riferiscono fonti delle due forze impegnate nello scontro, non si fermerà neppure nel 2024. Anzi. Pare che si sia entrati nella terza fase con l’Idf che avrebbe in mente di portare avanti un piano ben preciso.

Israele, la fase tre della guerra con Hamas: il piano

La guerra Israele-Hamas continua e stando a quanto si apprende da fonti impegnate sul fronte, l’Idf avrebbe deciso come comportarsi nel 2024. Un piano che dovrebbe tenere il conflitto aperto per tutto il niovo anno o, per lo meno, per buona parte di esso.

Il piano prevede una prima smobilitazione dal nord della Striscia al fine di far rifiatare le truppe, soprattutto i riservisti, che tra l’altro servono anche in patria per sostenere l’economia.

Questa sarà la fase tre del conflitto, che dopo i bombardamenti e la massiccia invasione di terra punta ora a delle azioni più precise e focalizzate contro gli obiettivi di Hamas. Una strategia che vede esposti anche gli Stati Uniti, che nei prossimi giorni invieranno Antony Blinken in una nuova missione in Medio Oriente per tenere vivo il dialogo. Gli sforzi diplomatici sembrano essere necessari, specie al netto di episodi che rischiano di far allargare il conflitto su altri fronti.

“Gli obiettivi della guerra comportano combattimenti prolungati e noi ci organizziamo adeguatamente. Dobbiamo gestire la distribuzione delle forze”, ha detto il portavoce Daniel Hagari per quanto riguarda la posizione di Israele. Per questa ragione: “Unità di riservisti torneranno a casa questa settimana” perché “avremo ancora bisogno di loro nel 2024”.

La terza fase della guerra durerà “almeno sei mesi”, quindi, come ha anche ribadito ai media un funzionario israeliano.

Questione ostaggi

Intanto il tema che resta sempre caldo è quello degli ostaggi. In un messaggio per l’anno nuovo in 10 lingue (ebraico, inglese, arabo, spagnolo, russo, francese, italiano, hindi, tedesco e portoghese), il presidente d’Israele Isaac Herzog ha esortato tutti i leader e l’intera famiglia delle nazioni di tutto il mondo a muoversi in chiave rilascio dei prigionieri. In particolar edei 133 deportati a Gaza e trattenuti da Hamas.

“Il loro rilascio immediato è al centro della nostra battaglia contro i terroristi di Hamas a Gaza. Possa la luce dissipare le tenebre e possa il nuovo anno portare pace, speranza e guarigione per tutti”.

Tra gli ultimi dati del conflitto, l’Idf ha dichiarato di aver arrestato in Cisgiordania più di 2.550 ricercati dallo scoppio del conflitto con Hamas. 1.300 di essi sarebbero stati membri del movimento islamista palestinese al potere nella Striscia di Gaza.

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