Israele-Hamas, la svolta: c’è una data per la fine delle operazioni a Gaza

Israele-Hamas, la svolta: c’è una data per la fine delle operazioni a Gaza

Novità per le prossime settimane: la guerra tra Israele-Hamas potrebbe vedere una chiusura delle operazioni israeliane a Gaza.

Il conflitto tra Israele e Hamas è entrato nella sua fase più delicata. Dopo lo stop alla tregua, l’esercito israeliano sta progettando le prossime mosse ipotizzando anche alcuni piani decisamente rischiosi e discutibili. Ora, però, fonti della Casa Bianca avrebbero fissato una data per la possibile fine delle operazioni nella Striscia di Gaza, per lo meno nella parte meridionale.

Israele-Hamas, la data per la fine delle operazioni

Nelle scorse giornate, Israele ha dato vita a quella che molti hanno definito la terza fase della guerra contro Hamas, caratterizzata dall’utilizzo dei tank a Gaza e una serie di bombardamenti ancora più forti dei precedenti.

Eppure, le cose potrebbero presto cambiare. L’attuale fase dell’operazione militare israeliana nella parte meridionale della Striscia di Gaza, infatti, potrebbe avere una data di conclusione. Stando a quanto riferiscono diverse fonti dell’Amministrazione Usa citate dalla Cnn, infatti, Israele potrebbe terminare la fase dura delle operazioni militari contro Hamas entro gennaio per poi passare ad una strategia a minore intensità, più localizzata, per colpire i leader e i militanti dell’organizzazione terroristica.

Da quanto si apprende, la Casa Bianca sarebbe profondamente preoccupata della sorte dei civili che, inevitabilmente, sono rimasti coinvolti dalla guerra e dalle varie operazioni messe in atto. Per questa ragione, in una serie di conversazioni “dure” e “dirette”, gli States avrebbero sottolineato alla leadership israeliana come non sia possibile ripetere ancora le stesse tattiche adottate nella devastante offensiva nel nord della Striscia.

Il visto revocato a coordinatrice Onu

“Ho deciso di revocare il visto di soggiorno in Israele alla coordinatrice ‘umanitaria’ dell’Onu Lynn Hastings“. Questa, invece, l’ultima novità relativa al conflitto e alla decisione presa dal ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen. Attraverso un post su X, il volto politico ha spiegato: “Qualcuno che non ha condannato Hamas per il brutale massacro di 1.200 israeliani, per il rapimento di bambini e anziani e per gli orribili atti di abusi e stupri, e per aver usato gli abitanti di Gaza come scudi umani, ma condanna invece Israele, un paese democratico che protegge i suoi cittadini, non può prestare servizio nelle Nazioni Unite e non può entrare in Israele”. E per questo ha anche aggiunto: “Non rimarremo più in silenzio di fronte ai pregiudizi dell’Onu“.

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