Il governo di Netanyahu in Israele incentiva l’occupazione nei territori palestinesi della Cisgiordania e mostra la linea dura sui palestinesi.
Ieri il premier Netanyahu ha concesso l’autorizzazione a nove avamposti di coloni ebrei nella Cisgiordania occupata. Il governo più a destra della storia di Israele sta peggiorando i rapporti tra lo stato ebraico e la Palestina. Infatti, ha annunciato anche la costruzione di massa di nuove case all’interno degli insediamenti nonostante l’opposizione degli Stati Uniti.
Molti membri ai vertici del governo di Israele sono anti-islamici e anti-palestinesi e avevano già annunciato una linea dura nei confronti della Palestina cosa che ha provocato agitazioni e già molti morti e feriti. La maggior parte delle potenze mondiali considera gli insediamenti ebrei in Cisgiordania illegali perché occupano la terra dove i palestinesi cercano di avere uno Stato e dove Israele sta demolendo e cacciando gli abitanti. Secondo quanto scrive Reuters, dalla conquista della Cisgiordania nel 1967 Israele ha creato ben 132 insediamenti a danno della popolazione palestinese.
Il rischio di escalation per la decisione del premier Netanyahu
Inoltre, molti coloni hanno eretto decine di avamposti senza l’autorizzazione del governo, i nove autorizzati ieri sono soltanto i primi del governo Netanyahu che ha annunciato anche la costruzione di nuove case di insediamento. Secondo il presidente palestinese Abu Mazen questa decisione deve essere “condannata e respinta”. “È una sfida agli sforzi degli Stati Uniti e degli arabi e una provocazione al popolo palestinese, che porterà a ulteriori tensioni ed escalation“, ha dichiarato il portavoce di Abbas.
Nel frattempo il governo attacca anche i giudici. Centinaia di persone in corteo hanno manifestato contro la riforma della giustizia verso la Knesset. La riforma del governo vorrebbe mettere la magistratura sotto il controllo della politica.