Israele, La Russa: “Che non ci sia più un odio così bestiale”

Israele, La Russa: “Che non ci sia più un odio così bestiale”

In visita in Israele, il Presidente del Senato ha ricordato le vittime dello sterminio degli ebrei ad opera dei nazismo.

Nella giornata di oggi il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, si è recato allo Yad Vashem di Gerusalemme, in Israele. Dopo aver deposto una corona di fiori nel Museo della Shoah, si è trattenuto in raccoglimento in onore delle vittime dello sterminio degli ebrei da parte dei nazisti.

Ignazio La Russa

“Ogni volta che mi sono simbolicamente inginocchiato a questo luogo di dolore e di ricordo, ho rinnovato il sentimento di vicinanza al popolo ebraico e il proposito di contribuire a far sì che mai più ci sia un odio così bestiale”, ha detto La Russa all’interno del Museo della Shoah.

Gli incontri con le cariche

Durante la sua visita ha incontrato il presidente del parlamento israeliano, Amir Ohana alla Knesset. A seguito di ciò, ha dichiarato il Presidente del Senato: “Siamo fermamente contro ogni forza terroristica che attenti alla libertà, alla esistenza e alla indipendenza di Israele. Va tutelato nei suoi diritti. Come presidente del Senato devo dire che l’Italia in tutti i suoi governi ha sempre difeso l’esistenza di Israele, ha sempre voluto che potesse esistere e manifestare la propria libertà ed indipendenza”.

Le sue parole sono state accolte con grande apprezzamento dal presidente del parlamento israeliano, che ha ringraziato La Russa per aver dimostrato la sua attenzione su un tema così delicato. Un grazie anche per aver voluto “rafforzare i rapporti di appoggiarci nella lotta contro il terrorismo. E soprattutto segnano l’inizio di una nuova era nei rapporti tra l’Italia e il benvenuto a Gerusalemme”.

Dopo un lungo applauso da parte dei parlamentari israeliani, La Russa ha incontrato il primo ministro Benjamin Netanyahu, il quale ricambierà la visita il prossimo 9 marzo, quando si recherà a Roma per il viaggio di stato e l’incontro con la premier Giorgia Meloni.