I riservisti militari di Israele si rifiutano di prendere parte alle attività di addestramento per protesta contro il governo di estrema destra.
Sempre più riservisti militari delle truppe di Israele, compresi i membri dell’aeronautica militare, si rifiutano di partecipare all’addestramento e alle attività militari. Si tratta di una protesta senza precedenti contro il governo di estrema destra e contro la riforma della giustizia portata avanti dall’esecutivo di Netanyahu. I 40 piloti dello squadrone d’elite israeliano ha dichiarato che invece di prendere parte alle esercitazioni parteciperanno alle proteste perché non sono pronti a servire un “regime dittatoriale” hanno dichiarato.
I funzionari della sicurezza sono preoccupati perché cresce l’insubordinazione all’interno dei ranghi dell’esercito e il rifiuto di obbedire agli ordini. Molti membri dell’IDF israeliana ha protestato davanti alla casa di un ministro. Intanto il Capo di Stato Maggiore delle Forze di Difesa israeliane, Herzl Halevi, incontrerà nei prossimi giorni i comandanti della riserva dell’esercito, dopo che hanno annunciato di rifiutarsi di presentarsi per il loro servizio volontario nel caso in cui l’attuale governo guidato da Netanyahu porti avanti la sua riforma giudiziaria.
Piloti in sciopero: a rischio volo per Roma
Israele è un paese diviso come mai nella sua storia dalla sua fondazione. Oltre 300mila israeliani stanno scendendo in piazza da nove settimane per protestare contro la riforma della giustizia considerata antidemocratica. Intanto continuano i raid di Israele. Oggi in un raid a Jenin sono stati uccisi almeno 6 palestinesi mentre ieri è stato colpito l’aeroporto di Aleppo.
La protesta dei piloti ha coinvolto anche l’aereo su cui dovrà viaggiare il premier Netanyahu verso Roma dove incontrerà la premier Giorgia Meloni. Ora il premier israeliano dovrà trovare piloti che non scioperano per poterlo portare a destinazione.
