Netanyahu: "Se gli ostaggi non tornano, si scatena l'inferno"
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Israele, Netanyahu: il duro messaggio in caso di non ritorno degli ostaggi

Benjamin Netanyahu

Dopo l’incontro con Netanyahu, Rubio afferma: “Hamas non governerà più Gaza”. Il premier israeliano avverte tutti con un messaggio.

A Gerusalemme, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e il segretario di Stato americano Marco Rubio hanno tenuto una conferenza stampa congiunta, affrontando i temi più caldi del conflitto in Medio Oriente. Al centro delle dichiarazioni, il futuro di Gaza, la sorte degli ostaggi israeliani e la continua minaccia rappresentata dall’Iran.

L’incontro si inserisce in un contesto di forti tensioni, con Israele che punta a eliminare la capacità militare e di governo di Hamas e a garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia. Gli Stati Uniti, dal canto loro, sostengono questa linea, ribadendo che il gruppo armato non potrà più essere la forza dominante nella Striscia.

Benjamin Netanyahu
Benjamin Netanyahu

Rubio: “Hamas non può continuare a governare Gaza”

Nel suo intervento, Marco Rubio ha sottolineato la posizione dell’amministrazione Trump sulla situazione nella Striscia di Gaza:

“Il presidente Trump ha chiaramente espresso la sua visione per Gaza: Hamas non può continuare a essere la forza dominante lì”.

Inoltre, Rubio ha affrontato il delicato equilibrio regionale, parlando anche della Siria e del Libano. Secondo il segretario di Stato:

“Abbiamo parlato di quanto sia importante la caduta di Assad in Siria. Se sostituisce una forza armata con un’altra, non è uno sviluppo positivo. In Libano, l’obiettivo è disarmare Hezbollah”.

Netanyahu: “Se non tornano gli ostaggi, si scatena l’inferno”

A rendere ancora più forti le dichiarazioni della giornata è stato Netanyahu, che ha ribadito la totale collaborazione tra Israele e Stati Uniti:

“A differenza di alcuni report, il presidente Trump e io lavoriamo in piena collaborazione e coordinamento. Abbiamo una strategia comune e non sempre è possibile condividerla con il pubblico, incluso quando si apriranno le porte dell’inferno. E si apriranno se tutti i nostri ostaggi non torneranno, fino all’ultimo di loro”.

Questa affermazione non lascia dubbi sulle intenzioni di Israele, che è pronto a intensificare le operazioni militari se i prigionieri non verranno rilasciati.

Netanyahu ha poi ribadito che il principale fattore di destabilizzazione nella regione è l’Iran, accusandolo di essere il fulcro della minaccia alla sicurezza del Medio Oriente:

“L’Iran è una fonte di insicurezza nella regione. Tutto ciò che minaccia la sicurezza di milioni di persone è l’Iran”.

Infine, il premier israeliano ha elogiato il presidente Donald Trump, definendolo “il più grande amico che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca”. Ha poi concluso sottolineando la determinazione comune tra Stati Uniti e Israele nel contrastare l’Iran:

“Israele e America sono spalla a spalla nel contrastare la minaccia dell’Iran. Siamo d’accordo che agli ayatollah non deve essere permesso di avere armi nucleari. Siamo anche d’accordo che l’aggressione dell’Iran nella regione deve essere ritirata. Con il sostegno di Trump, possiamo e vogliamo portare a termine il lavoro”.

Le dichiarazioni di Netanyahu confermano quindi un’escalation imminente se Hamas non rilascerà gli ostaggi, mentre gli Stati Uniti ribadiscono il loro pieno supporto a Israele nella lotta contro il terrorismo e l’influenza iraniana.

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ultimo aggiornamento: 16 Febbraio 2025 17:52

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