Israele ritira le truppe dal sud del Libano
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Israele si ritira dal sud del Libano, ma mantiene cinque avamposti strategici

carro armato nella guerra Israele-Hamas

Israele inizia il ritiro delle sue forze dal sud del Libano, rispettando la scadenza del 18 febbraio, ma mantiene una presenza.

Il conflitto tra Israele e il gruppo militante libanese Hezbollah ha segnato profondamente la regione negli ultimi anni. Le ostilità sono culminate in una guerra iniziata nell’ottobre 2023, con scontri intensi lungo il confine meridionale del Libano.

Per porre fine alle violenze, è stato negoziato un accordo di cessate il fuoco, mediato dagli Stati Uniti e dalla Francia, entrato in vigore il 27 novembre 2024. Questo accordo prevedeva il ritiro completo delle forze israeliane dal sud del Libano entro 60 giorni e il disarmo di Hezbollah a sud del fiume Litani, con il dispiegamento dell’esercito libanese e delle forze di pace delle Nazioni Unite (UNIFIL) per garantire la sicurezza nella regione.

bandiera israele su cartina
bandiera israele su cartina

Implementazione dell’accordo e sviluppi recenti

Nel corso dei mesi successivi, Israele ha iniziato a ritirare gradualmente le sue truppe da diverse città e villaggi nel sud del Libano, tra cui Yaroun, Maroun al-Ras, Blida, Meiss el-Jabal, Hula, Markaba, Odaisseh, Kfar Kila e Wazzani. Questo processo è avvenuto in coordinamento con un comitato guidato dagli Stati Uniti incaricato di monitorare la tregua e con la missione UNIFIL. Le forze libanesi e UNIFIL si sono dispiegate nelle aree liberate, mentre ingegneri e operai hanno lavorato per rimuovere barriere e ordigni inesplosi, garantendo la sicurezza per il ritorno dei residenti.

Tuttavia, nonostante il progresso nel ritiro, Israele ha annunciato l’intenzione di mantenere una presenza militare in cinque avamposti strategici lungo il confine meridionale del Libano. Questa decisione è stata giustificata dal ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, come necessaria per garantire la sicurezza delle comunità israeliane nel nord e per prevenire eventuali minacce da parte di Hezbollah. Katz ha dichiarato che le forze israeliane faranno rispettare “con la forza” l’accordo di cessate il fuoco e agiranno contro qualsiasi violazione da parte di Hezbollah.

Reazioni e tensioni crescenti

La decisione di Israele di mantenere truppe in questi avamposti ha suscitato reazioni contrastanti. Il presidente libanese, Joseph Aoun, ha espresso preoccupazione per la possibilità che Israele non completi il ritiro entro la scadenza concordata, affermando che “non ci si può fidare del nemico israeliano”.

Da parte sua, il leader di Hezbollah, Naim Qassem, ha avvertito che qualsiasi presenza militare israeliana sul suolo libanese dopo il 18 febbraio sarà considerata un’occupazione, suggerendo che il gruppo potrebbe intraprendere azioni per affrontare tale situazione.

Nel frattempo, le tensioni sono aumentate ulteriormente a causa di incidenti lungo il confine. In particolare, una donna è stata uccisa e diverse persone sono rimaste ferite quando le forze israeliane hanno aperto il fuoco su un gruppo di residenti che tentavano di tornare nel villaggio di Houla, nel sud del Libano. Questo episodio ha alimentato le preoccupazioni riguardo alla stabilità della regione e alla possibilità di una ripresa delle ostilità.

Alla data del 18 febbraio 2025, Israele ha completato il ritiro delle sue forze dalla maggior parte del sud del Libano, rispettando in gran parte la scadenza stabilita nell’accordo di cessate il fuoco.

Tuttavia, la decisione di mantenere una presenza militare in cinque avamposti strategici lungo il confine continua a essere fonte di tensione tra Israele, il governo libanese e Hezbollah. La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi, consapevole che la stabilità della regione dipende dalla piena attuazione degli accordi e dalla cooperazione tra le parti coinvolte.

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ultimo aggiornamento: 18 Febbraio 2025 9:10

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