Divergenze tra le alte sfere dell’esercito israeliano e il governo di Benjamin Netanyahu. Intanto Hezbollah alza la voce.
La guerra contro Hamas, gli “errori” con troppe vittime civili e non solo. Sale la tensione in modo pubblico tra le alte sfere dell’esercito di Israele e il governo guidato da Benjamin Netanyahu. La conferma è arrivata nella comunicazione pubblica dell’Idf con il portavoce in capo Daniel Hagari che non ha risparmiato frasi che sono sembrate indirizzate al premier e ad alcune sue scelte e dichiarazioni.
Israele, tensione tra Netanyahu e l’esercito
Sono venute definitivamente a galla le divergenze tra i massimi vertici di Israele ed in particolare tra l’esercito e il premier Netanyahu. A confermarlo, le parole rilasciate alla tv israeliana dal capo della comunicazione pubblica dell’Idf, il portavoce in capo Daniel Hagari. “Hamas è un’idea, un partito politico. È radicato nei cuori delle persone: chiunque pensi che si possa eliminarla si sbaglia”, le parole a Channel 13 riprese da svariati media.
E ancora: “Quello che si può fare è sviluppare qualcos’altro che rimpiazzi Hamas. Qualcosa che convinca la popolazione che c’è qualcun altro a distribuire il cibo, a prendersi cura dei servizi pubblici: questa è la strada per indebolire davvero Hamas […]. Se non portiamo qualcosa d’altro a Gaza alla fine ci ritroveremo con Hamas”. Proprio queste frasi sono sembrate un chiaro riferimento alle misure e strategie adottate fino ad ora dal governo che sarebbero state ritenute errate.
La minaccia di Hezbollah
In una situazione di tensione interna, Israele ha ricevuto anche una ulteriore minaccia. Questa volta da parte di Hezbollah. Il leader dell’organizzazione, infatti, Hassan Nasrallah, ha detto che nessun luogo di Israele sarà risparmiato in caso di guerra totale. Le parole del capo del Partito di Dio libanese sono giunte a seguito delle notizie relative al fatto che l’esercito israeliano avesse approvato i piani operativi per un’offensiva in Libano.
