Israele occupa nuovi territori siriani, con Netanyahu che rivede la strategia sulle alture del Golan. L’occupazione diventa di lungo termine.
L’occupazione da parte di Israele di una porzione del territorio siriano ha assunto nelle ultime ore contorni più definitivi. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che la permanenza militare israeliana nella zona sarà di lungo periodo, contraddicendo le iniziali affermazioni che parlavano di una misura temporanea. La zona coinvolta include il monte Hermon, una delle aree strategicamente più rilevanti della regione.
La nuova strategia israeliana sulle alture del Golan
Dieci giorni fa, Israele ha occupato parte delle alture del Golan, sottraendole alla “zona cuscinetto” pattugliata dall’ONU, che da cinquant’anni separava il territorio siriano da quello israeliano. Netanyahu ha giustificato questa mossa come necessaria per garantire la sicurezza di Israele, soprattutto in seguito al recente cambio di regime in Siria. Durante un discorso dal monte Hermon, Netanyahu ha affermato: «Israele rimarrà qui finché non sarà raggiunto un accordo che tuteli adeguatamente la nostra sicurezza».
Le alture del Golan hanno da sempre avuto un’importanza strategica cruciale per Israele e Siria. Occupate da Israele nel 1967 durante la guerra dei Sei giorni, l’area è stata oggetto di un accordo mediato dall’ONU nel 1974 che stabiliva una “zona cuscinetto”. Tuttavia, la recente destabilizzazione politica in Siria ha portato Israele a rivendicare il controllo diretto su questa porzione di territorio.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha annunciato che sono già in corso i lavori per fortificare la zona occupata e trasferire ulteriori truppe. Secondo Katz, questa presenza servirà a scoraggiare eventuali attacchi da parte di gruppi estremisti islamisti operanti in Siria. «La stabilità regionale è una priorità per Israele», ha dichiarato il ministro, confermando che l’esercito sarà pronto a una permanenza prolungata nell’area.
Una decisione controversa
La nuova politica israeliana ha suscitato reazioni internazionali. Il capo del governo siriano, Ahmed al Sharaa, ha recentemente ribadito l’intenzione di rispettare l’accordo del 1974, invitando Israele a fare lo stesso. Tuttavia, le dichiarazioni di Netanyahu e la costruzione di nuove infrastrutture militari indicano che il governo israeliano sembra puntare a consolidare la propria presenza nella regione, alimentando tensioni in un’area già altamente instabile.
La decisione di occupare in modo permanente i territori siriani potrebbe avere ripercussioni significative, sia sul piano geopolitico che su quello della sicurezza internazionale. Le alture del Golan, con il loro valore strategico e simbolico, continuano a rappresentare uno dei nodi più complessi del conflitto tra Israele e Siria.