Trump e Netanyahu ridisegnano Gaza: conseguenze per Israele
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Direttore: Alessandro Plateroti

Il nuovo ordine di Trump e Netanyahu: le conseguenze per Israele e il piano ambizioso

Benjamin Netanyahu

Trump e Netanyahu stanno elaborando un piano per una Gaza post-Hamas, le conseguenze per Israele e il ruolo dell’Arabia Saudita.

Il Medio Oriente è in una fase di transizione drammatica, da un lato, Israele affronta le conseguenze della guerra con Hamas, con la pressione degli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi. Dall’altro, la comunità internazionale osserva l’inesorabile avanzata della crisi umanitaria a Gaza, tra esodi di massa e macerie di un conflitto senza fine.

Benjamin Netanyahu
Benjamin Netanyahu

Un nuovo equilibrio nel Medio Oriente

Nel frattempo, il primo ministro Benjamin Netanyahu tiene in mano un doppio filo: da un lato il rifiuto totale di qualsiasi ritorno di Hamas al potere, dall’altro la necessità di una tregua per il rilascio degli ostaggi. Ma come far convivere questi due obiettivi apparentemente opposti? La risposta sembra passare per Washington.

Lunedì, Netanyahu volerà negli Stati Uniti per un incontro fondamentale con Donald Trump, recentemente tornato alla Casa Bianca. L’invito del presidente americano non è casuale: è il primo capo di governo ricevuto ufficialmente dal nuovo inquilino dello Studio Ovale. Il colloquio sarà decisivo per il futuro di Gaza, Israele e dell’intero Medio Oriente.

Un piano ambizioso: Arabia Saudita possibile garante di Gaza

La disfatta di Hezbollah, il controllo dell’esercito siriano sulle frontiere e l’operazione Muro d’Acciaio nei territori palestinesi delineano un nuovo assetto regionale. Ma il nodo principale resta Gaza: Israele non può permettere che l’enclave venga ricostruita sotto il controllo di Hamas o, in alternativa, dell’Autorità Nazionale Palestinese.

In questo contesto emerge un piano che, fino a poco tempo fa, sembrava impensabile: Arabia Saudita e gli Emirati Arabi potrebbero diventare garanti di Gaza, con il placet di Egitto e Giordania. L’idea è quella di avviare una ricostruzione tecnologica, economica ed educativa, escludendo però ogni presenza di Hamas nella governance del territorio.

Ma Trump ha anche un altro obiettivo: la questione iraniana. “Non ci può essere nessun accordo con gli ayatollah”, questo sarà uno dei punti cruciali della discussione. Netanyahu potrebbe accettare il piano su Gaza solo se avrà mano libera per colpire Teheran, il vero nemico di Israele.

L’idea di Trump prevede anche una relocazione dei palestinesi di Gaza in Giordania o altri paesi arabi. Ma qui lo scenario si complica: le risposte ricevute finora dagli stati interpellati sono state un netto rifiuto.

Il futuro della regione si gioca ora su un equilibrio fragile. Israele non accetterà un ritorno al passato e non consentirà a Gaza di risorgere senza garanzie di sicurezza. Trump, nel frattempo, vede in questa crisi un’opportunità per rafforzare il suo ruolo e “make America great again”.

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ultimo aggiornamento: 30 Gennaio 2025 9:24

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