Ieri durante la giornata internazionale contro la violenza sulle donne decine di donne sono state arrestate a Istanbul.
Decine di manifestanti sono stati arrestati a Istanbul per essersi riuniti in piazza per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La motivazione è che il corteo non era autorizzato. La ricorrenza finisce con gli arresti dopo che uno schieramento della polizia antisommossa ha tentato di impedire il raduno nella piazza Taksim.
La polizia ha installato transenne e barriere per sbarrare la strada per bloccare il corteo non autorizzato. Alla manifestazione “Piattaforma 25 novembre” hanno preso parte movimenti femministi che in questa giornata si sono schierate al fianco delle donne iraniane unendosi alle proteste che da mesi vanno avanti nella Repubblica islamica. Centinaia di manifestanti alcune velate altre no hanno cantato in turco e in curdo l’inno contro il regime dei mullah “Donna, Vita, Libertà”.
Le attiviste hanno esposto anche uno striscione contro “la violenza patriarcale” e contro “la schiavitù domestica” e tutti i tipi di violenza di genere. “Questo Paese è nostro, questo mondo è nostro, il 21° secolo è il secolo delle donne e nulla può cambiarlo”, gridava un attivista.
Le repressioni violente sulle donne in Turchia
A dispetto di ciò, la polizia è intervenuta brutalmente con ammanettamenti e presa a terra. Ma non solo a Istanbul. In Turchia in almeno quattro città la polizia ha bloccato la manifestazione pacifista in modo violento. “Gli agenti hanno usato la forza per bloccare le manifestazioni, picchiando e arrestando diverse attiviste ed esponenti di partito a Şırnak, Van, Ağrı e Mardin, nell’area a maggioranza curda del Paese” scrive AsiaNews.
Secondo fonti rilanciante dalla Mezopotamya Agency (Ma), le Forze dell’ordine in tenuta antisommossa sono intervenute e hanno picchiato in maniera indiscriminata, per poi compiere numerosi fermi. La violenza sulle donne in Turchia è ancora troppo diffusa. Secondo i dati di Bianet: dal primo gennaio al 23 novembre di quest’anno si contano almeno 296 femminicidi e 715 denunce di abusi. In 17 casi, gli omicidi erano a carico di rifugiate. Almeno 218 donne sono state uccise dai loro mariti o fidanzati; 23 dai loro padri, fratelli o figli; otto dal genero, cinque dai vicini e 16 da parenti.