Inflazione, a dicembre ‘rallenta’ dello 0,3%

Inflazione, a dicembre ‘rallenta’ dello 0,3%

In un rapporto dell’Istat è stato segnalato come il processo di inflazione sia lievemente rallentato dello 0,3% nel mese di dicembre.

Stando a quanto riferito dai dati proposti da una ricerca dell’Istat, nel 2022 i prezzi al consumo hanno subito una crescita media all’anno del +8,1%. Si tratta dell’aumento più consistente mai visto dall’anno 1985, periodo in cui l’inflazione salì a +9,2%. 

A causa dei recenti avvenimenti, come la pandemia globale, la guerra in Ucraina e la crisi climatica, i costi energetici e di produzione sono arrivati alle stelle. Secondo i dati della Coldiretti l’inflazione è costata alle famiglie italiane oltre 8,1 miliardi di euro. L’aumento generalizzato dei prezzi sta portando a una diminuzione del potere d’acquisto: si tratta dell’inflazione. 

Stando a quanto riferito dall’Unione nazionale consumatori, il settore dei voli internazionali è quello che ha subito un maggiore rialzo dei prezzi rispetto al 2021. Subito dopo il settore dell’energia elettrica e quello dei combustibili fossili, a causa soprattutto della guerra tra Russia e Ucraina. 

Il report Istat

Il report dell’Istat riferisce: “Nel 2022 i prezzi al consumo registrano una crescita in media d’anno di +8,1%, segnando l’aumento più ampio dal 1985 (quando fu a +9,2%). L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,1%, ben più ampia di quella osservata per il 2022, quando fu pari a +1,8%”.  

“L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, – sottolinea l’Istat – alla crescita dei prezzi degli Energetici regolamentati (+7,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,4% a causa di fattori stagionali), dei Servizi relativi ai trasporti (+1,1% anch’essi a causa di fattori stagionali), dei Beni alimentari lavorati (+0,8%) e degli Altri beni (+0,6%); gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-3,9%) e degli Alimentari non lavorati (-0,6%).”