Le dichiarazioni dell’ad della Juventus, Beppe Marotta, sul momento del calcio italiano: “Il nostro club ha sempre avuto zoccolo azzurro“.

Lunga intervista di Beppe Marotta a La Stampa. L’ad della Juventus ha parlato del momento del calcio italiano, donando ai vertici Figc la ricetta per recuperare terreno rispetto alle altre nazioni.

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Per Marotta l’intero movimento calcistico dovrebbe seguire l’esempio della Juventus. Queste le sue dichiarazioni: “Quando in campo scendevano ventidue italiani la ricerca dello straniero, specie per le società di medio-bassa classifica, era rara. Si è esasperata nel decennio successivo, perché è diminuita la qualità dei giovani italiani e, soprattutto, perché anche i club minori si sono attrezzati con attività di scouting internazionale“.

Italia, Beppe Marotta: “Gli stranieri sono importanti, ma…

Secondo l’ad bianconero una gara con ventidue azzurri in campo ormai non potrà più accadere. Ma non è per forza un male: “Gli stranieri sono importanti. Le grandi società, in particolare, importano fuoriclasse per vincere. Ma far giocare degli italiani dà un grande senso di appartenenza: il ciclo della Juventus è coinciso con uno zoccolo duro italiano e uno dei nostri obiettivi è non disperdere questo patrimonio“.

Le dichiarazioni di Marotta sul calcio italiano

Come migliorare, dunque, il calcio italiano in questo momento di crisi? Per Marotta non è complicato: “Attraverso una politica di valorizzazione dei settori giovanili, con l’istituzione di Centri federali sul modello tedesco o spagnolo. Va migliorato il concetto di formazione, è fondamentale investire su tecnici preparati. Il tutto senza temere gli stranieri“.

Anzi“, prosegue Marotta, “uno degli aspetti limitanti è la naturalizzazione dei giovani con radici in altri Paesi, diffusa altrove. Dobbiamo riguadagnare terreno rispetto a nazioni e Nazionali cresciute di valore in questo decennio: pensate che in Europa, dal giorno in cui si giocò quella con ventidue italiani in campo, tra i nostri club ha vinto solo l’Inter. Prima eravamo abituati a primeggiare“.