Il Generale Carmine Masiello ha sottolineato l’importanza della preparazione dell’Esercito Italiano per affrontare le guerre moderne.
In un recente discorso riportato integralmente dall’agenzia di stampa Adnkronos, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, ha evidenziato la necessità di riportare l’attenzione sulla preparazione militare per affrontare le sfide attuali e future. Con un tono diretto e incisivo, ha ribadito che l’Esercito non esiste per mantenere la burocrazia, ma per prepararsi alla guerra: “L’Esercito è fatto per prepararsi alla guerra. Punto.”
Questo messaggio ha colpito profondamente i militari italiani e ha suscitato un acceso dibattito all’interno delle forze armate.
Le parole del Generale Masiello
Secondo il Generale Masiello, i conflitti odierni richiedono un’evoluzione strategica che va oltre i metodi del passato. Facendo riferimento alle esperienze in Afghanistan e alle attuali tensioni in Ucraina, il generale ha sottolineato come la tecnologia sia diventata una componente essenziale nella guerra moderna: “Oggi la morte arriva dall’aria: il drone è l’IED odierno e sarà l’IED del futuro.”
Questo parallelismo tra le mine artigianali (IED) e i droni moderni evidenzia il cambiamento delle minacce sul campo. L’esercito deve quindi evolversi per affrontare queste nuove sfide, combinando l’addestramento tradizionale con l’uso di strumenti avanzati di tecnologia digitale e intelligenza artificiale.
Cambiamenti per la “guerra” e burocrazia militare
Il discorso ha toccato anche l’importanza di superare la burocrazia interna per accelerare l’innovazione. Il generale Masiello ha lanciato un appello ai suoi commilitoni affinché si adatti la cultura organizzativa dell’Esercito, per diventare più reattivi e proattivi: “Non c’è più tempo per la mediocrità, non c’è più tempo per la burocrazia.” Questo approccio mira a garantire che le Forze Armate possano rispondere efficacemente alle minacce emergenti, concentrandosi su innovazione e velocità di esecuzione.
L’idea di rinominare il corso di Stato Maggiore come “scuola di guerra” rappresenta un richiamo al passato, ma con lo sguardo proiettato verso il futuro. “Sto valutando di chiamare il corso di Stato Maggiore con il nome che aveva una volta: scuola di guerra,” ha dichiarato Masiello, sottolineando la necessità di tornare a una formazione centrata sull’addestramento rigoroso. Secondo lui, questa trasformazione è indispensabile per garantire che l’Esercito sia pronto non solo a reagire alle crisi, ma anche a prevenirle. Il video integrale è disponibile su adnkronos.com