L’Italia è il paese europeo con il tasso maggiore di giovani tra i 15 e i 34 anni senza lavoro, di cui il 39% vive al Sud e oltre la metà sono donne.
Per una donna è molto più difficile sbloccare la propria condizione lavorativa. Il gender gap negli anni resta invariato e il 56% dei giovani inoccupati sono donne. I Neet sono i giovani tra i 15 e i 29 – in Italia fino ai 34 che non lavorano, non studiano e non sono in formazione professionale. L’Italia è il paese europeo con il numero più alto di persone che rientrano in questa categoria.
Lo dimostra il rapporto “Neet tra diseguaglianze e divari” di ActionAid e Cgil. Nel 2020 erano più di 3 milioni, con una prevalenza femminile di 1,7 milioni. Il 39% di questi giovani, inoltre, vive nel Sud Italia rispetto al 23% nel Centro e il 20% nel Nord-Ovest e 18% nel Nord-Est.
In ogni caso tutte le regioni superano la media dei Neet in Europa che nel 2020 era al 15%, con un primato alle regioni meridionali con tassi molto alti. Sicilia (40,1%), Calabria (39,9%) e Campania (38,1%), nelle regioni del Centro primeggia il Lazio con il 25,1%. Mentre al Nord la prima regione di Neet è la Liguria (21,1%), a seguire il Piemonte (20,5%) e la Valle d’Aosta (19,6%).
Al Sud e per le donne i dati sono peggiori
Al Sud, oltre che aumentare l’incidenza dei Neet, aumenta anche l’età di queste persone così come il tasso di istruzione: più è basso e più aumentano si rientra in quella categoria. Un dato omogeneo e molto preoccupante è dato dalla presenza femminile in questa categoria. Molte donne sono magri, infatti il 20% sono madri inattive che non cercano e non sono disponibili. I Neet in Italia sono perlopiù coloro che sono scoraggiati e delusi e quindi hanno smesso di cercare lavoro, 2 su 3 del totale. Un dato preoccupante riguarda anche il tempo di coloro che cercano lavoro. Oltre il 36% cerca un lavoro da più di un anno senza trovarlo. La metà ha già avuto esperienze lavorative e la metà è donna.