L’Italia chiede nuovo rinvio del divieto di auto termiche 2035: cosa succede

L’Italia chiede nuovo rinvio del divieto di auto termiche 2035: cosa succede

Il governo italiano sollecita una revisione del divieto di vendita di auto con motore termico entro il 2035, chiedendo maggiore flessibilità.

L’Italia ha chiesto ancora una volta di rinviare il divieto di vendita di auto con motore termico previsto per il 2035. Il provvedimento, promosso dalla Commissione Europea, prevede che da quell’anno tutte le nuove automobili vendute nei Paesi dell’UE non potranno emettere CO2. Tuttavia, diversi membri del governo italiano hanno manifestato il loro dissenso, sollecitando una modifica delle tempistiche e delle modalità di attuazione.

Il ministro dell’Energia, Gilberto Pichetto Fratin, ha definito il provvedimento “assurdo” e basato su una visione ideologica, durante un evento tenutosi a Cernobbio. Anche il ministro dell’Industria, Adolfo Urso, ha espresso preoccupazioni simili, chiedendo un confronto anticipato già nel 2024, anziché attendere la valutazione prevista per il 2026. L’Italia sostiene che l’attuale piano potrebbe indebolire l’industria automobilistica europea e sta premendo per una maggiore flessibilità nella transizione verso la mobilità sostenibile.

L’Italia chiede maggiore autonomia nelle politiche ambientali

Il governo italiano non si oppone allo sviluppo dei veicoli elettrici, ma ritiene che non debbano essere l’unica soluzione alla riduzione delle emissioni. Secondo i rappresentanti italiani, i singoli Stati dovrebbero avere più libertà nel determinare come raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. In questa ottica, la Lega ha annunciato di voler proporre una legge per revocare il divieto del 2035.

Nel frattempo, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ribadito che non ci saranno cambiamenti sostanziali riguardo lo stop alla vendita di auto a combustione interna, pur aprendo alla possibilità di utilizzare carburanti sintetici come alternativa.

Rischio multe per i costruttori europei

La situazione si complica anche per i costruttori automobilistici. Le vendite di veicoli elettrici hanno subito un rallentamento negli ultimi mesi, mettendo a rischio il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2025. Secondo Luca de Meo, CEO del gruppo Renault e presidente dell’ACEA, l’industria automobilistica europea rischia multe miliardarie se non riuscirà a rispettare il limite di 94 grammi di CO2 al km per le nuove auto.