Italia tra le peggiori in Europa per crescita del Pil nel terzo trimestre del 2024: ecco gli ultimi dati dell’Istat.
Nel terzo trimestre del 2024, il Pil dell’Italia ha mostrato una crescita stagnante rispetto al trimestre precedente, confermandosi tra le peggiori performance economiche in Europa.
Secondo l’Istat, il livello del Pil ha registrato un risultato inferiore rispetto alla media dell’area euro e ai principali partner economici europei, come Francia e Germania.
Come sottolineato: “L’economia internazionale mostra una crescita stabile, caratterizzata però da elevata incertezza e rischi al ribasso legati principalmente alle tensioni geo-economiche“.
L’andamento negativo del Pil in Italia: i dati
Dal punto di vista produttivo, come riportato da Sky News, l’industria manifatturiera ha registrato una diminuzione dello 0,4% a settembre, proseguendo una fase di debolezza già emersa nei mesi precedenti.
L’Istat rileva inoltre che: “Nella media del terzo trimestre il calo è dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti“, con flessioni particolarmente accentuate nei beni di consumo e nell’energia. Questi ultimi hanno rispettivamente segnato diminuzioni del 2,5% e del 3,8%.
L’andamento delle esportazioni italiane ha seguito un trend analogo: nei primi otto mesi del 2024, si è registrato un calo dello 0,6% in termini tendenziali.
Questo risultato è in parte imputabile alla riduzione delle vendite verso i mercati dell’Unione Europea, che costituiscono una delle principali destinazioni per i prodotti italiani.
La situazione è stata ulteriormente aggravata dall’incremento dei costi delle materie prime e dalla minore domanda estera.
Differenze nei settori e le variazioni
A livello settoriale, l’industria italiana ha mostrato performance contrastanti. Nel terzo trimestre, si è registrata una crescita per i beni intermedi (+1,9%) e per i beni strumentali (+1,8%).
Mentre il comparto energetico e quello dei beni di consumo hanno subito pesanti cali. Su base annua, la produzione industriale ha registrato un calo tendenziale del 4%.
Alcuni settori economici hanno tuttavia mostrato segni positivi: la fabbricazione di apparecchiature elettriche è cresciuta del 5,9%, seguita dalla fabbricazione di computer e prodotti elettronici (+1,9%) e dall’attività estrattiva (+1,8%).
In netto contrasto, altri settori sono stati fortemente penalizzati: il comparto dei mezzi di trasporto ha registrato una flessione del 15,4%, mentre il settore tessile e dell’abbigliamento ha subito un calo del 10,7%. Anche la produzione di coke e prodotti petroliferi raffinati ha segnato una diminuzione significativa, dell’8,1%.