Italia Viva accende lo scontro al governo prendendo posizione contro il reddito di Cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle.
Nonostante le belle parole pronunciate da Giuseppe Conte in occasione della conferenza stampa di fine anno, la sensazione è che il governo si debba fermare a riflettere sul futuro. Se il Pd e il Movimento 5 Stelle danno l’impressione di provare a remare nella stessa direzione, Italia Viva continua a a rappresentare nell’immaginario collettivo l’elemento di instabilità, il fattore di rischio, l’attrazione per le elezioni anticipate. E ora il tema di scontro tra i renziani e i pentastellati diventa addirittura il reddito di Cittadinanza.
Governo, è scontro tra Movimento 5 Stelle e Italia Viva sul Reddito di Cittadinanza
Intervenuta ai microfoni de la Repubblica, Teresa Bellanova, donna-simbolo di Italia Viva, ha espresso i dubbi suoi e del suo partito sul Reddito di Cittadinanza, misura-bandiera del Movimento 5 Stelle. La risposta a Bellanova è arrivata da Barbara Lezzi, ex ministra per il Sud nel primo governo Conte. E i toni usati non sono propriamente accomodanti: “Alla Bellanova fa schifo il reddito di cittadinanza. Si dimetta e faccia cadere il governo“.
L’attacco al Reddito di Cittadinanza sembra rientrare in una strategia più ampia ideata dai renziani, che nati dal nulla e con poca voce in capitoli, sono riusciti a ritagliarsi un ruolo importante all’interno della maggioranza di governo, almeno nei vertici e in occasione dei Consigli dei Ministri. Sul Reddito Matteo Renzi non troverà un supporto all’interno della maggioranza. Se davvero vuole scardinarlo, andando contro anche il premier Giuseppe Conte, dovrà guardare ad alleati esterni come ad esempio Forza Italia.
Resa dei conti sulla prescrizione
Ma non è tutto. Le forze di maggioranza dovranno presto fare i conti con l’ultima sfida sulla prescrizione, che rappresenta il primo vero ostacolo sul nuovo cammino di Giuseppe Conte.
Movimento 5 Stelle e Partito democratico su questo tema partono da posizione opposte e contrastanti e non sembrano intenzionate a raggiungere un compromesso.
Insomma, il rischio che la maratona di tre anni annunciata da Giuseppe Conte rischi di finire dopo la prima curva è un rischio remoto ma concreto.