La visita di JD Vance in Groenlandia ha sollevato tensioni. Cosa c’è dietro il viaggio del vicepresidente Usa e perché interessa a Trump.
Da tempo la Groenlandia non era al centro dell’attenzione globale. Quest’isola, nota più per i suoi ghiacciai che per le sue manovre politiche, sta diventando un tassello fondamentale nei nuovi giochi di potere tra Stati Uniti, Europa e Cina. Il cambiamento climatico sta sciogliendo i ghiacci, aprendo rotte commerciali e risorse naturali prima inaccessibili. In questo contesto, l’Artico non è più solo un luogo remoto: è un nuovo fronte geopolitico.

La Groenlandia torna sotto i riflettori internazionali
Negli ultimi anni, diversi Paesi hanno mostrato un crescente interesse strategico per l’isola, con gli Stati Uniti in prima fila. Già nel suo primo mandato, Donald Trump aveva suscitato scalpore ipotizzando l’acquisto della Groenlandia. Ora, al suo secondo mandato presidenziale, l’interesse si è trasformato in un’azione concreta. E la recente visita del vicepresidente JD Vance ne è la prova.
Una visita simbolica… ma tutt’altro che innocua
JD Vance, numero due della Casa Bianca, è atterrato con la moglie Usha nella base militare americana di Pituffik, nel nord-ovest della Groenlandia. Appena sceso dall’aereo governativo, ha scherzato con i giornalisti: “Fa un freddo cane qui, nessuno me lo aveva detto”.
Ma dietro il tono ironico, il messaggio è chiaro. Vance ha dichiarato che “il governo federale di Donald Trump e lo stesso presidente statunitense sono molto interessati alla sicurezza dell’Artico”, aggiungendo: “Come sapete tutti, è una grande questione e non farà che crescere nei prossimi decenni.”
Durante la visita, che si è svolta lontano da centri abitati e contatti con la popolazione locale, Vance ha spiegato che “parlerà al comando e ad alcuni dei custodi di quel che fa esattamente la base e di tutti i modi importanti di contribuire alla sicurezza nazionale”. E ha concluso: “Parleremo insieme ai nostri amici dei media di come l’amministrazione Trump abbia qualche interesse in Groenlandia, come avrete sentito.”
Contemporaneamente, a Nuuk, capitale groenlandese, quattro partiti su cinque hanno firmato un accordo per formare un governo di coalizione. Una mossa che, secondo i media internazionali, rappresenta una risposta diretta alla visita americana.
La visita di JD Vance non è stata solo un viaggio istituzionale. È stata una dichiarazione geopolitica nel pieno del secondo mandato di Trump. Un segnale forte che conferma come l’Artico sia ormai un campo di confronto strategico tra le grandi potenze.