La proposta del colosso per il talco contaminato dall’amianto: le vittime saranno risarcite con 8,9 miliardi di dollari.
Dopo anni di controversie legali il colosso farmaceutico statunitense Johnson&Johnson ha avanzato una proposta che potrebbe mettere fine a questa lunga storia: l’azienda vorrebbe pagare un risarcimento a tutte le vittime interessate pari a 8,9 miliardi di dollari da dilazionare in 25 anni.
Adesso che la casa produttrice ha avanzato la sua proposta bisogna aspettare la risposta degli avvocati dell’accusa e del tribunale, che potrebbero anche rifiutare l’accordo. Questa diatriba riguarda il problema causato dal talco messo in commercio da Johnson&Johnson, poiché sarebbe contaminato da amianto e provocherebbe quindi gravi danni alla salute di chi lo utilizza per un tempo prolungato.
Il talco contaminato
I problemi per la casa farmaceutica cominciano negli anni ’90, quando si sparge la voce che il famoso talco Baby Powder contenesse tracce di amianto, sostanza potenzialmente cancerogena. Al tempo il talco era uno dei prodotti più venduti in America del Nord e la Johnson&Johnson non ha perso tempo e ha iniziato quindi ad affermare che quelle voci non erano vere.
La svolta avviene nel 2018 grazie all’inchiesta portata avanti dalla Reuters, che ha svelato dei documenti interni della casa farmaceutica in cui si evidenzia invece, che le voci sull’amianto erano vere. Secondo questi documenti infatti, si evince che il prodotto inizia ad essere testato in laboratorio per un periodo che va dal 1971 fino ai primi anni del 2000, proprio per volere dell’azienda stessa.
Quindi, non solo il talco conteneva effettivamente tracce di amianto, ma l’azienda ne era perfettamente a conoscenza e ha negato le voci che avrebbero rovinato le vendite del suo prodotto di punta.
In tutti questi anni Johnson&Johnson ha affrontato più di 40mila azioni legali; nel 2016 ha già risarcito circa 72 milioni di dollari i figli di una donna che ha perso la vita a causa di un cancro che sarebbe stato causato dall’utilizzo prolungato del talco in questione; da lì sono seguite altri risarcimenti e ora la casa farmaceutica vorrebbe mettere fine alla faccenda con una cifra complessiva di 8,9 miliardi di dollari.