La Juventus affronta gravi limiti tecnici e di personalità, senza un centravanti titolare. Tudor nel mirino, vittima di un sistema instabile.
Negli ultimi dodici mesi, la Juventus ha vissuto una parabola discendente, segnata da rivoluzioni societarie, infortuni chiave e scelte tecniche discutibili. Dal 3-2 di Lipsia nel 2024 al deludente pareggio di Vila-Real un anno dopo, il percorso bianconero è sembrato un Monopoly senza Parco della Vittoria, pieno di imprevisti. Oggi, al centro della bufera, c’è Igor Tudor, accusato di non aver dato un’identità chiara alla squadra, ma anche costretto a operare in un contesto precario, come già successo ai suoi predecessori Allegri e Thiago Motta.

Una rosa senza equilibrio né leadership
Il cuore del problema sta in una rosa che, nonostante alcuni innesti, mostra ancora limiti tecnici evidenti e una personalità fragile. Il centrocampo non ha fatto il salto di qualità atteso, la difesa resta troppo dipendente da Bremer, e in attacco si registra una delle criticità più pesanti: manca un centravanti titolare. A differenza delle grandi squadre europee, la Juve non ha un punto di riferimento offensivo fisso.
David e Openda, gli attaccanti più impiegati, non hanno ancora convinto. Il canadese fatica ad adattarsi alla Serie A, dove i ritmi sono più lenti ma le difese più organizzate. Openda, cresciuto come seconda punta, non sembra a suo agio da terminale offensivo. E Vlahovic, in scadenza, è diventato un problema gestionale, più che tecnico.
Tudor bersaglio facile in un contesto instabile
In questo scenario, Tudor viene criticato per la sua non-scelta sul centravanti, ma è chiaro che nessuno tra David, Openda e Vlahovic ha meritato la maglia da titolare. Eppure, le critiche si moltiplicano, anche perché la squadra non mostra compattezza. I recenti pareggi con Verona, Atalanta e Villarreal hanno evidenziato un trend preoccupante: la Juventus gioca bene solo un tempo, l’altro lo subisce.
Il vero test sarà contro Milan e Real Madrid. In quelle partite, i dubbi dovranno lasciare spazio alle certezze. E Tudor dovrà dimostrare di poter guidare una squadra che oggi appare tecnicamente incompleta e psicologicamente fragile. Se fallirà, rischia di diventare l’ennesima vittima di una Juventus ancora in cerca di sé stessa.
Anche Tudor stesso deve cominciare a valutare moduli nuovi con la difesa a 4 per valutare altre strade.